La Nuova Sardegna

Sassari

Fischio finale per la tabaccheria

di Antonello Palmas
Fischio finale per la tabaccheria

L’ex arbitro Lelle Rubino tira giù la serranda della rivendita di Predda Niedda: «Chiudo a malincuore»

30 novembre 2020
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SASSARI. Triplice fischio finale e negli spogliatoi finisce un’altra attività sassarese, la rivendita di tabacchi dell’ex arbitro di calcio Lelle Rubino, 73 anni, per quindici al centro commerciale La Piazzetta, da cui qualche mese fa si è trasferito al vicino Bar 188.

Un tentativo di sopravvivere alla crisi che ha fatto scemare gli affari prima floridi, ai costi di gestione fattisi insostenibili, e poi la mazzata del coronavirus che ha complicato tutto convincendolo che fosse ora di dire basta. Un lavoro che Rubino aveva cominciato nel 2005, dopo una vita su e giù per l’isola come agente di commercio nel campo alimentare per alcune grosse ditte: primo mandato nel 70, quest’anno la Confcommercio avrebbe dovuto premiarlo per il mezzo secolo nel settore vendite, cerimonia saltata per l’emergenza sanitaria. Una professione che grazie anche a una capacità innata di creare legami gli ha consentito di mettere insieme una mole di conoscenze enorme. Da sommare a quelle accumulate con la sua grande passione: il calcio, da calciatore tra i dilettanti e poi da arbitro con una lunga militanza in serie D, dove il suo baffo era quasi una leggenda. Dopo aver appeso il fischietto al chiodo, ha fatto il commissario arbitrale e poi di campo. Così, se parli più di 10 secondi con Rubino, juventino sfegatato, puoi star certo che spunta sempre fuori qualche riferimento al pallone. Nei primi anni del nuovo millennio investe i suoi guadagni e apre una tabaccheria al centro commerciale La Piazzetta:

«In tanti anni – racconta Rubino – ho distribuito milioni di euro specie con i gratta e vinci. La mia è stata una rivendita fortunata, ricordo una rendita da 300mila e decine da10mila. Ogni mese nel periodo d’oro vendevo 130mila euro di gratta e vinci, ero il secondo a Sassari tanto che andammo ospiti di Lottomatica in crociera sulla Concordia, prima che succedesse quel disastro”. Per i fumatori (e non) fare un salto nella sua tabaccheria era un piacevole appuntamento obbligato, per due chiacchiere spesso di argomento calcistico e sentire i tanti aneddoti legati al mondo del pallone di cui Lelle conosce ogni segreto. E poi?

«Poi il calo nell’interesse per i giochi, ma anche nelle altre attività – dice – e infatti alla fine a dare una mano sono rimasti solo i miei figli, mentre prima avevamo alcuni dipendenti. Dicono che avere un esercizio a Predda Niedda garantisca affari, ma non è così, anche perché i costi sono molto superiori. Gli affitti costano il doppio che in città, e nei centri commerciali si paga anche il condominio. Difficoltà già esistenti, cui ha dato il colpo di grazia la pandemia. Come fai a pagare? Anche se i tabacchi restarono aperti nel lockdown, per un certo periodo abbiamo avuto un calo addirittura del 70 percento nel fatturato e non abbiamo avuto nulla per quanto riguarda gli aiuti dallo stato perché spettavano alle partite Iva, mentre io sono pensionato, anche se il titolare. C’era anche da pagare il canone della Sisal per il Matchpoint: 500 euro al mese senza che nessuna schedina venisse giocata per via delle restrizioni per la pandemia, con le scommesse sportive bloccate insieme alle slot. Anche per i gratta e vinci hanno abbassato gli agi per i rivenditori, e dalle slot si ricava molto meno. Così ho deciso da domani smetto, cedo la licenza e pago i debiti accumulati in questo periodo».

Tanti i rimpianti: «Dispiace perché, nonostante esista da 15 anni, la mia può essere considerata un’attività storica, molto conosciuta – dice Rubino – ma la realtà è questa, se non paghi regolarmente arrivano le penali e le ingiunzioni. E gli stessi problemi riguardano tanti altri, obbligati a chiudere ma non per questo agevolati. Parlano di aiuti a fondo perduto, ma poi le banche ti defalcano i debiti. Avrei proseguito volentieri, è un bel lavoro, mi consente di tenere contatti con tanti amici. Lo so già, mi mancherà molto».

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