Fondo ristorazione per l’agriturismo
Da Nulvi una richiesta di chiarimenti al governo: «Non capiamo se siamo esclusi»
02 dicembre 2020
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NULVI. «Lo abbiamo atteso con ansia e lo abbiamo finalmente salutato con grande soddisfazione ma a leggerlo bene c’è il rischio che possa trasformarsi in una beffa». A parlare è Antonello Manca, dell’agriturismo Monte Entosu di Nulvi, preoccupato dalla recente pubblicazione del Fondo ristorazione messo a disposizione dal governo. «La nostra preoccupazione, con le domande di partecipazione in scadenza, è che gli agriturismi possano scontare la propria caratteristica di attività non prevalente e che quindi possa diventare problematico l’accesso alle provvidenze conseguenti alle chiusure delle attività a causa della pandemia».
Il contributo è introdotto dall’articolo 58 del Dl 104 del 14 agosto 2020 che al comma 2 indica le imprese aventi un codice Ateco prevalente nel settore della ristorazione. Fra i codici è compreso anche il 561012 “attività di ristorazione connesse alle aziende agricole”, ma che per le sue caratteristiche non può essere prevalente in quanto l’agriturismo deve essere esercitato in stretta connessione con l’attività agricola e quest’ultima deve essere prevalente.
«Il decreto attuativo ricorda che il contributo spetta in regime de minimis agricolo a conferma che c’è la consapevolezza che il beneficio può competere anche agli operatori agrituristici – spiega Antonello Manca –, ma resta sempre il dubbio sul requisito di accesso. Infatti fra la documentazione è richiesto di allegare la dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà che attesti fra l’altro l’iscrizione della attività nel registro delle imprese con codice Ateco prevalente e questa dichiarazione non può essere sottoscritta dagli operatori agrituristici».
La speranza degli operatori del settore, a Nulvi operano ben cinque aziende agrituristiche, è che in questi giorni il governo possa chiarire la situazione con una precisazione al riguardo perché sia chiaro che al Fondo Ristorazione siano ammissibili anche le domande delle aziende agricole che hanno attività di ristorazione connesse.
Mauro Tedde
Il contributo è introdotto dall’articolo 58 del Dl 104 del 14 agosto 2020 che al comma 2 indica le imprese aventi un codice Ateco prevalente nel settore della ristorazione. Fra i codici è compreso anche il 561012 “attività di ristorazione connesse alle aziende agricole”, ma che per le sue caratteristiche non può essere prevalente in quanto l’agriturismo deve essere esercitato in stretta connessione con l’attività agricola e quest’ultima deve essere prevalente.
«Il decreto attuativo ricorda che il contributo spetta in regime de minimis agricolo a conferma che c’è la consapevolezza che il beneficio può competere anche agli operatori agrituristici – spiega Antonello Manca –, ma resta sempre il dubbio sul requisito di accesso. Infatti fra la documentazione è richiesto di allegare la dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà che attesti fra l’altro l’iscrizione della attività nel registro delle imprese con codice Ateco prevalente e questa dichiarazione non può essere sottoscritta dagli operatori agrituristici».
La speranza degli operatori del settore, a Nulvi operano ben cinque aziende agrituristiche, è che in questi giorni il governo possa chiarire la situazione con una precisazione al riguardo perché sia chiaro che al Fondo Ristorazione siano ammissibili anche le domande delle aziende agricole che hanno attività di ristorazione connesse.
Mauro Tedde