SASSARI. Chiusi in casa da 32 giorni, padre, madre e figlio di 5 anni, a condividere spazi, noia e preoccupazioni. Tutti positivi, contagiati chissà come tra lavoro e scuola materna. I due adulti sintomatici: mal di testa, febbre, dolori vari. Il piccolino di casa no, su di lui il Covid è passato leggero.
Poi, finalmente, la notizia più desiderata: martedì la famiglia ha ricevuto dopo una settimana di attesa l’esito dei tamponi. Tutti negativi, il Covid non c’è più. Bello, peccato che in realtà manchi la certezza, almeno per Nicola: il referto (negativo) consegnato non è il suo ma di un omonimo di 26 anni.
Una beffa. Perché, come racconta la mamma Rita Sechi, «Nicola potrà rientrare a scuola solo con il certificato che attesti l’avvenuta guarigione. Sinché non avremo il suo referto dovrà continuare a stare a casa. E di conseguenza anche io non potrò rientrare al lavoro, nessuno di noi potrà ricominciare a vivere».
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