La Nuova Sardegna

Sassari

tentata estorsione 

«Ti spacco la testa con la pala» 59enne scagionato in tribunale

«Ti spacco la testa con la pala» 59enne scagionato in tribunale

SASSARI. Era accusato di aver minacciato pesantemente un operaio «per costringerlo – scriveva il pubblico ministero nella richiesta di rinvio a giudizio – a rimettere la querela che aveva sporto...

27 dicembre 2020
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SASSARI. Era accusato di aver minacciato pesantemente un operaio «per costringerlo – scriveva il pubblico ministero nella richiesta di rinvio a giudizio – a rimettere la querela che aveva sporto (contro altre due persone ndc) alla stazione dei carabinieri di Porto Torres». Gli avrebbe cioè detto: «Se non lo fai ti spacco la testa con la pala». L’operaio si era spaventato a tal punto che in effetti era andato subito in caserma chiedendo di poter ritirare la denuncia e spiegando di volerlo fare perché aveva ricevuto una minaccia e temeva ritorsioni. Volontà che non si era potuta concretizzare perché i reati per i quali i due personaggi erano stati indagati non erano “remissibili” e perché la richiesta dell’operaio era «fortemente influenzata» dalle minacce ricevute.

I carabinieri avevano quindi rintracciato l’imputato e lo avevano denunciato per tentata estorsione. L’uomo, Gino Scanu, 59enne di Porto Torres, (difeso dall’avvocato Patrizia Marcori), era finito a processo e alcuni giorni fa è stato assolto dal giudice Valentina Nuvoli. In aula infatti la persona offesa avrebbe spiegato che la minaccia non era arrivata direttamente da Scanu. Il quale sarebbe andato sì nel cantiere dove l’operaio lavorava ma solo per metterlo in guardia (questa era stata la difesa dell’imputato) e avvisarlo del fatto che due persone alle quali doveva dare dei soldi lo stavano cercando e se non avesse provveduto a pagare il debito gli avrebbero appunto spaccato la pala in testa. Scanu si è sottoposto a esame confermando questa versione dei fatti e negando di aver mai minacciato l’operaio. Il giudice ha voluto sentire anche altre due persone presenti quel giorno nel cantiere. I due testimoni hanno raccontato di conoscere i due, di averli visti insieme ma mai litigare. Da qui l’assoluzione. (na.co.)

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