La Nuova Sardegna

Sassari

Castelsardo, il ponte misterioso verso il mare

di Salvatore Santoni
Castelsardo, il ponte misterioso verso il mare

Polemica accesa su presunti abusi edilizi sulla strada di La Frissa che porta a Prima guardia

13 gennaio 2021
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CASTELSARDO. Un muro di terra e un cancello spuntato dal nulla per modificare il tracciato di una strada comunale, e poi calcestruzzo a volontà e pure un ponte sul fiume. Il tutto sarebbe stato realizzato senza autorizzazioni in zona sottoposta a vincolo paesaggistico.

Già di per sé, questa storia di presunti abusi edilizi a La Frissa, dove la valle si stiracchia su Baia Ostina, potrebbe diventare una notizia di un certo rilievo. Ma la questione potrebbe prendere anche una piega diversa.

L’esposto. Tutto è cominciato nel pieno della scorsa estate, quando una denuncia circostanziata è stata inviata alla Procura, al Corpo forestale, alla Tutela del paesaggio, all’ufficio tecnico del Comune e ai capigruppo consiliari. Al centro della questione una strada di rilevanza storica, quella che conduceva a Prima guardia, nella quale il tracciato sarebbe stato modificato attraverso una serie di lavori eseguiti senza autorizzazione. Questo per realizzare un nuovo ingresso ai terreni privati che sorgono nella zona, limitando però l’accesso pubblico. La denuncia ha messo in allarme l’ufficio Tutela, che nei giorni seguenti – siamo ai primi di agosto del 2020 – ha chiesto all’ufficio tecnico del Comune di avviare una verifica. Dalla Procura della Repubblica, però, non arrivano notizie di fascicoli aperti e la vicenda sarebbe ancora in una situazione di esame preliminare.

In commissione. Nel frattempo a Castelsardo la questione è andata avanti stata portata all’attenzione della commissione consiliare di controllo e garanzia. Il 9 luglio scorso, infatti, l’esposto è arrivato al protocollo del Comune con l’indicazione di indirizzarlo ai capigruppo: a quelli di minoranza, non è però stato inoltrato nulla. Dopo qualche mese però la stessa lettera è arrivata direttamente a casa dei consiglieri. Di qui la scelta di portare la questione sul tavolo della commissione di controllo, alla quale è stato chiesto di fare chiarezza e cercare di capire la portata della storia.

Progetto fantasma. Quello che emerge da alcune carte dell’ufficio tecnico è che un progetto per le opere comunque esisteva. È stato presentato in Comune nel 2003 – dall’Agricola Monte Rosa Sas, a firma della geometra Giovanna Maria Brozzu (moglie del primo cittadino Massimo Capula), era stata sottoposta ai controlli burocratici del caso e aveva ricevuto anche una serie di pareri, tutti positivi, dagli enti responsabili. Poi però la pratica si è inchiodata e il permesso di costruire non è stato richiesto o rilasciato.

A ingarbugliare la vicenda ci si è messo anche il Comune. Negli ultimi mesi è infatti emersa una doppia posizione, che ora la commissione consiliare sta cercando di approfondire. Il 23 ottobre 2020 il Comune ha risposto alla Tutela del paesaggio scrivendo che la risagomatura e sistemazione della strada era in possesso dei pareri positivi. Due mesi più tardi, il 29 dicembre 2020, l’area tecnica ha invece firmato una relazione dove certifica che i lavori non sono mai stati autorizzati.

Le indagini. In quest’ultima relazione si spiega che i lavori sono stati eseguiti come da pratica edilizia presentata nel 2003 ma che i responsabili dei lavori non sono «desumibili». E aggiunge anche la presenza di un «rilevato di terra e rocce» con annesso tubolare di cemento armato sul rio Cala Ostina, cioè un ponte. La relazione dice anche altre due cose. La prima: tra un sopralluogo e l’altro è cambiato qualcosa, cioè sono sparite alcune opere. La seconda: tutti i lavori sono stati eseguiti in assenza di permesso di costruire in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico. E, infine, la relazione passa la patata bollente al comando della Polizia locale: spetterà agli agenti municipali svolgere ulteriori controlli e individuare eventuali abusi.

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