SASSARI. È meta mattina di un freddo inizio gennaio. Cammino in via Lamarmora, nel pieno centro storico di Sassari. La mascherina sul viso e un cappuccio in testa mi consentono di non rivelare la mia identità, quella di un cronista che vuol vedere di persona se è vero quello che i residenti della zona lamentano da anni sullo spaccio di droga, sempre più spudorato. «Fatevi un giro qui tra i vicoli - ripetono esausti gli abitanti del quartiere - e capirete perché è diventato impossibile vivere da queste parti». Un nigeriano mi viene incontro e mi propone l’affare: «Cosa ti serve? Ti do quella buona per quindici euro».
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