La Nuova Sardegna

Sassari

«Per 15 euro ti vendo l’eroina»

di Luca Fiori
«Per 15 euro ti vendo l’eroina»

Viaggio mattutino tra pusher e consumatori in cerca della dose: «Cosa ti serve? Ti do quella buona»

13 gennaio 2021
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. La faccia nuova, o quel poco che si vede del viso - coperto in alto da un cappuccio e in basso da una mascherina - non sembra per niente preoccuparli. È meta mattina di un freddo martedì di inizio gennaio e la faccia nuova che compare via Lamarmora è la mia, quella di un cronista che vuol vedere di persona se è vero quello che i residenti della zona lamentano da anni sullo spaccio di droga che si è fatto sempre più spudorato.

«Fatevi un giro qui tra questi vicoli - ripetono esausti gli abitanti del quartiere - e capirete perché è diventato impossibile vivere da queste parti. Vi renderete conto perché la maggior parte delle serrande sono abbassate e nessuno le solleverà più».

Sono le 11.20 del mattino quando decido di seguire tre giovani del posto che hanno appena fatto il carico di alcol in uno dei tanti market del Corso gestiti dai pakistani e con i sacchetti in mano si infilano in uno dei budelli che collegano quella che un tempo era la principale arteria della città con la parallela, via Lamarmora, che i sassaresi in passato chiamavano Carrera Longa. Tengo lo sguardo basso e provo a non dare nell’occhio, ma prima ancora di arrivare all’incrocio con via Lamarmora un gruppetto di nigeriani viene incontro a me e ai tre giovani che mi precedono. Sembra quasi un controllo veloce prima del “check point” che ci aspetta tra pochi metri.

Continuo a camminare, ma i tre sassaresi davanti a me rallentano il passo, perché uno dei nigeriani ha offerto qualcosa e chi mi cammina davanti sembra interessato. La trattativa avviene in movimento. «Non ti fermare» dice uno dei tre ai gli altri due con le bottiglie di birra nei sacchetti di plastica. La strada si restringe e mi ritrovo in un piccolo ingorgo composto dai tre sassaresi e da quattro o cinque nigeriani che hanno l’aria di essere i padroni della zona.

Facciamo qualche altro passo e prima dell’incrocio con via Lamarmora, alzo lo sguardo e fingo di essere anche io lì per acquistare lo “sballo” che dalle prime ore del mattino attira da queste parti decine e decine di consumatori. Moltissimi non hanno neanche 18 anni, altri sono tossicodipendenti di lunga data che sanno bene che il mercato è cambiato e a gestirlo ora sono prevalentemente gli stranieri che si son presi queste case umide e diroccate in cui i sassaresi non vogliono più vivere.

A pochi passi da Carrera Longa un giovane nigeriano fermo davanti a un portone chiuso mi guarda fisso negli occhi. Non mi ha mai visto ma mi propone ugualmente l’affare. «Cosa ti serve? Ti do quella buona con 15 euro» prova a convincermi, mentre i tre sassaresi iniziano a discutere con un altro giovane nigeriano che ha fatto anche a loro la stessa proposta. All’incrocio tra via Fontana e via Lamarmora c’è un posto di blocco o qualcosa che gli somiglia molto. Qui le regole le fanno le sentinelle ferme ai lati della strada che controllano che non arrivino le forze dell’ordine e i pusher che vanno avanti e indietro per piazzare la droga. Non è neanche mezzogiorno e sarà il freddo o la pandemia ma non si vede anima viva. In queste strade troppo strette e a volte senza uscita è difficile - anche di giorno - vedere un’auto dei carabinieri o della polizia. I tre sassaresi continuano a discutere sul prezzo della dose con il giovane nigeriano. Ne approfitto per accelerare il passo, declino l’offerta e tiro dritto, ma prima di sentirmi al sicuro devo fare un’altra cinquantina di metri, superare via delle Muraglie e sbucare finalmente in corso Trinità. Mi volto e vedo in lontananza le sentinelle che continuano a guardami. Ma questa non è zona loro, non si avvicinano, è troppo rischioso. Posso tornare a casa.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
L’intervista

Giuseppe Mascia: «Cultura e dialogo con la città, riscriviamo il ruolo di Sassari»

di Giovanni Bua
Le nostre iniziative