La Nuova Sardegna

Sassari

Esercizio abusivo, chieste undici assoluzioni

Esercizio abusivo, chieste undici assoluzioni

Al centro del processo un negozio di articoli ortopedici e una parafarmacia di via Amendola

14 gennaio 2021
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SASSARI. È arrivata una richiesta di assoluzione per gli undici imputati a vario titolo di esercizio abusivo della professione nell’ambito di un’inchiesta che risale al 2014 e che aveva portato anche al sequestro preventivo del negozio di articoli ortopedici “Ortsan” e della parafarmacia “Salute e benessere” di via Amendola.

Oltre ai titolari dei punti vendita erano finiti a processo anche alcuni dipendenti che nella tesi dell’allora pm Carlo Scalas avrebbero svolto compiti senza avere la qualifica di “tecnico ortopedico”. L’indagine riguardava in particolare la fornitura di carrozzine e ausili ortopedici, in vendita sia nel negozio della «Ortsan» che nella parafarmacia che avrebbe avuto un contratto di prestazione esterna proprio con la storica azienda di via Amendola, da parecchi anni all’avanguardia nella fornitura di materiali ortopedici in tutta la Sardegna.

L’indagine aveva preso il via dopo una denuncia e i carabinieri del Nas di Sassari – a conclusione degli accertamenti – avevano depositato il rapporto all'autorità giudiziaria.

Ieri mattina il pubblico ministero Angelo Beccu ha chiesto l’assoluzione per Luca Ledda (amministratore unico di “Salute e benessere srl”), Giovanni Moi (direttore tecnico della Ortsan), Mariano Leoni, Gianluca Unali, Vincenzo Porcheddu, Gavino Casu, Claudio Nuvoli, Luciano Canu, Maria Alessandra Oggiano, Gesuina Demartis e Rita Pinna (dipendenti delle due attività). Tutti gli imputati erano difesi dagli avvocati Maria Claudia Pinna, Liliana Pintus, Pietro Piras, Marco Costa e Maria Pira. La linea della difesa è sempre stata quella di dimostrare che carrozzine e ausili ortopedici arrivavano nei negozi già preconfezionati e, quindi, senza necessità di interventi specifici al momento della consegna ai clienti che avevano effettuato le ordinazioni. Consegna che – secondo i carabinieri del Nas che avevano svolto all’epoca tutta l’attività investigativa – avrebbe dovuto prevedere espressamente la presenza del tecnico ortopedico. E da qui l’accusa di esercizio abusivo della professione per i nove dipendenti che in base alla contestazione iniziale avrebbero svolto un ruolo senza averne titolo. Non è dello stesso avviso il pubblico ministero Beccu che ha chiesto l’assoluzione. Ora la parola passa ai difensori e poi al collegio per la sentenza. (na.co.)

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