La Nuova Sardegna

Sassari

Molestò una 17enne, condannato

di Nadia Cossu
Molestò una 17enne, condannato

Un anno e 9 mesi a un cinquantenne accusato di violenza sessuale nei confronti dell’amica della figlia

14 gennaio 2021
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SASSARI. Un anno e nove mesi di reclusione per quelle molestie sessuali ai danni della migliore amica di sua figlia.

Ieri mattina il collegio presieduto da Elena Meloni (a latere Nuvoli e Piana) ha condannato un cinquantenne, operaio comunale a Siligo, accusato di violenza sessuale per un episodio che si era verificato quando la ragazza aveva 17 anni (oggi ne ha 24).

In base alla ricostruzione dei fatti emersa nel dibattimento l’imputato si era offerto di accompagnare la giovane a casa in auto. Per lei era normale accettare il passaggio, quell’uomo era il padre della sua migliore amica, con lei era cresciuta, avevano fatto l’asilo insieme e tutte le scuole. Ma quel giorno lui, anziché dirigersi verso l’abitazione della ragazza era andato all’uscita del paese e aveva fermato la macchina in una piazzola. E qui aveva cominciato a palpeggiarla tentando anche insistentemente di baciarla sulla bocca. Vedendo la giovane molto scossa l’aveva anche minacciata: «Se racconti qualcosa ti uccido».

La ragazzina, che conosceva bene il suo molestatore, in un primo momento aveva tenuto per sè l’accaduto. Non è facile accettare l’idea che il padre della tua migliore amica ti abbia messo le mani addosso, ancora meno facile sarebbe stato raccontarlo a lei o in famiglia. Ma il suo malessere cresceva giorno dopo giorno e per tentare di alleggerire quel fardello aveva deciso di confidarsi con un’altra amica. Il disagio a un certo punto è però diventato evidente anche a casa e la ragazza ha raccontato tutto ai genitori.

È stato allora che lo sfogo si è trasformato in una denuncia approdata sulla scrivania del sostituto procuratore Angelo Beccu che ha subito disposto l’avvio di un’indagine. Il pubblico ministero, circa un mese fa, al termine della requisitoria aveva chiesto la condanna a un anno e nove mesi per l’imputato difeso dall’avvocato Maria Claudia Pinna. La famiglia della ragazza era invece parte civile con l’avvocato Bastianino Ventura che nella sua discussione aveva evidenziato sia l’attendibilità della vittima che per tre volte aveva raccontato la stessa versione sia il fatto che l’alibi fornito dall’uomo fosse alquanto inverosimile.

Il cinquantenne – che non si è sottoposto a esame – ha sempre respinto le accuse sostenendo che nell’ora in cui la 17enne aveva raccontato di esser stata molestata lui era a casa con la moglie e con la figlia e sarebbe uscito un attimo soltanto per andare a comprare le sigarette. Versione che però non ha potuto trovare conferma perché la moglie (ora ex) non ha testimoniato mentre la figlia ha solo raccontato di esser stata incaricata dal padre di andare a comprare le sigarette ma di non averlo potuto fare perché impegnata in altro.

Una ricostruzione che non ha convinto il collegio che lo ha condannato anche al pagamento di una provvisionale e delle spese legali.

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