La Nuova Sardegna

Sassari

Senza lavoro e aiuti Covid «Siamo i reietti dell’Ateco»

di Luigi Soriga
Senza lavoro e aiuti Covid «Siamo i reietti dell’Ateco»

Un aiuto pizzaiolo racconta le sue difficoltà: «Mi campa mamma come a 14 anni» La sua attività non gode dei sostegni, niente più Naspi e niente nuove assunzioni

17 gennaio 2021
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SASSARI. L’effetto della pandemia sul fronte occupazionale in provincia di Sassari è stato devastante. Alcune categorie professionali riescono ancora a sopravvivere grazie anche ai sostegni erogati dal Governo, ma ci sono numerosi lavoratori rimasti fuori dal famigerato codice Ateco. Ovvero l’elenco delle attività che hanno diritto agli aiuti di Stato.

Per questo la vicenda di Salvatore B, 30 anni, aiuto pizzaiolo ad Alghero, è emblematica, perché rispecchia le difficoltà che stanno affrontando migliaia di giovani come lui che dopo la parentesi estiva non riescono più a trovare un lavoro, e per di più non usufruiscono di alcun ammortizzatore o paracadute. «È incredibile, mai avrei creduto a una simile involuzione. Mi sembra di essere tornato indietro di quindi anni, a quando ero adolescente e chiedevo i soldi a mamma e papà per vivere. Ma purtroppo non posso far diversamente, abito con loro e devo farmi campare».

Salvatore era stato assunto da una pizzeria a giugno per la stagione estiva. Fine contratto il 30 settembre. Ma il suo titolare, per la ricerca di nuovo personale, si era avvalso di una agenzia interinale. Purtroppo dunque, alla scadenza del contratto a tempo determinato, gli aiuti pizzaioli non possono usufruire dei sostegni per i lavoratori penalizzati dal Covid-19.«Non mi era mai accaduta una cosa simile. Io ho sempre lavorato, ho usufruito della disoccupazione giusto per qualche mese, per poi ritrovare una nuova occupazione. Tra la ristorazione e l’edilizia, ovvero i miei due ambiti di competenza, me la sono sempre cavata. Tanto è vero che il mio Isee non mi ha mai consentito di ricevere il reddito di cittadinanza. Ma questa volta mi ritrovo in una situazione davvero difficile. Come è facile intuire i bar e i ristoranti, con l’attività più che dimezzata dalle restrizioni, l’ultima cosa alla quale stanno pensando è l’assunzione di nuovo personale. E anche l’edilizia non offre grandi possibilità di lavoro. Io non faccio altro che mandare curriculum, o chiedere su eventuali opportunità, ma non ottengo mai una risposta. In più ho finito di percepire la disoccupazione e dunque mi ritrovo a non percepire neanche un euro. Mi sono informato, ho provato a fare domanda per ottenere gli aiuti, o il prolungamento della naspi, ma a quanto pare non ho diritto a niente. E ora io mi chiedo: perché un imprenditore, che probabilmente ha da parte dei capitali propri, può godere i degli aiuti, mentre i dipendenti, che sono gli anelli più deboli, devono cavarsela da soli?».

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