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Tesi di laurea su 4 detenuti al lavoro sull’archivio storico

Tesi di laurea su 4 detenuti al lavoro sull’archivio storico

PORTO TORRES. La ricerca storica nel vecchio archivio dell’Asinara diventa oggetto di una tesi di laurea, “Rieducazione non violenta, il lavoro dei detenuti”, discussa la settimana scorsa da una...

17 gennaio 2021
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PORTO TORRES. La ricerca storica nel vecchio archivio dell’Asinara diventa oggetto di una tesi di laurea, “Rieducazione non violenta, il lavoro dei detenuti”, discussa la settimana scorsa da una studentessa dell’università di Milano in Scienze politiche, economiche e sociali. La relatrice si chiama Elena Soldati e il relatore è il professore Davide Galliani.

Il lavoro è stato incentrato sui detenuti del carcere di Bancali in articolo 21 che lavorano al recupero dei vecchi archivi del carcere dell’Asinara. Un lavoro che si svolge nella sede del Parco nazionale, in via Ponte Romano a Porto Torres e di cui si occupano quattro archivisti – Lorenzo, Mario, Gurdeep e Ylli – seguiti nel lavoro dalla responsabile dell’area educativa di Bancali Ilenia Troffa e dalle archiviste Claudia Sini e Lorena Piras.

Il lavoro all’esterno della struttura fa parte dei benefici previsti nell’ordinamento penitenziario ed è quello di acquisire competenze specifiche in campo archivistico e informatico di cui potranno beneficiare in eventuali inserimenti nel mondo del lavoro. I quattro detenuti hanno potuto maturare anche il senso dell’utilità culturale e sociale del loro impegno e acquisire sul campo fiducia e stima per la propria persona.

La ricerca storica e archivistica è iniziata diversi anni fa grazie a due progetti Por finanziati dall’Unione Europea, che hanno coinvolto anche le ex colonie penali di Tramariglio, Cuguttu, Castiadas, San Bartolomeo e quelle ancora attive di Is Arenas, Mamone e Isili. I detenuti hanno potuto così analizzare decine di migliaia di carte e di documenti inerenti l’organizzazione carceraria, la complessità della struttura detentiva e soprattutto l’amara quotidianità vissuta dagli uomini di pena. Un viaggio nella memoria che gli ha permesso di recuperare e analizzare diverse testimonianze del passato, pensieri e lettere di reclusi, documenti per lo più censurati provenienti da ogni parte d’Italia. (g.m.)

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