il giallo di Piandanna
Bosniaco trovato senza vita, la Procura dispone l’autopsia
SASSARI. Sarà l’esame autoptico che verrà eseguito stamattina nell’istituto di patologia forense dell’università dal medico legale Salvatore Lorenzoni a chiarire come è morto Refik Sulejmanovic, il...
22 gennaio 2021
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SASSARI. Sarà l’esame autoptico che verrà eseguito stamattina nell’istituto di patologia forense dell’università dal medico legale Salvatore Lorenzoni a chiarire come è morto Refik Sulejmanovic, il nomade di origine bosniaca di 47 anni trovato senza vita in un campo a Piandanna mercoledì pomeriggio.
L’incarico è stato affidato al perito incaricato dalla Procura ieri mattina dal sostituto procuratore Ermanno Cattaneo, titolare dell’inchiesta. I parenti del 47enne, rappresentati dall’avvocato Giuseppe Onorato, nutrono qualche dubbio sulla vicenda che al momento rimane avvolta nel giallo. Refik Sulejmanovic non dava notizie di sé già da qualche giorno, tanto che la moglie e i parenti si erano convinti che l’uomo fosse rinchiuso nel carcere di Bancali. Per questo motivo non era stata ancora presentata una denuncia di scomparsa alle forze dell’ordine.
I connazionali temono che qualcuno possa avergli fatto del male, anche se da una prima indagine esterna del cadavere gli agenti della squadra mobile, gli esperti della Scientifica e lo stesso medico legale arrivato sul posto, non avevano notato segni di violenza. I parenti di Refik Sulejmanovic sostengono inoltre che al momento della scomparsa il 47enne avesse con sé un borsello a tracolla con diverse centinaia di euro che non sarebbe stato rinvenuto accanto al cadavere. L’esito dell’autopsia sarà fondamentale per capire se si sia trattato di una morte naturale o se si tratti di qualcosa di diverso.
L’incarico è stato affidato al perito incaricato dalla Procura ieri mattina dal sostituto procuratore Ermanno Cattaneo, titolare dell’inchiesta. I parenti del 47enne, rappresentati dall’avvocato Giuseppe Onorato, nutrono qualche dubbio sulla vicenda che al momento rimane avvolta nel giallo. Refik Sulejmanovic non dava notizie di sé già da qualche giorno, tanto che la moglie e i parenti si erano convinti che l’uomo fosse rinchiuso nel carcere di Bancali. Per questo motivo non era stata ancora presentata una denuncia di scomparsa alle forze dell’ordine.
I connazionali temono che qualcuno possa avergli fatto del male, anche se da una prima indagine esterna del cadavere gli agenti della squadra mobile, gli esperti della Scientifica e lo stesso medico legale arrivato sul posto, non avevano notato segni di violenza. I parenti di Refik Sulejmanovic sostengono inoltre che al momento della scomparsa il 47enne avesse con sé un borsello a tracolla con diverse centinaia di euro che non sarebbe stato rinvenuto accanto al cadavere. L’esito dell’autopsia sarà fondamentale per capire se si sia trattato di una morte naturale o se si tratti di qualcosa di diverso.