La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, le ex Concerie sono da demolire

di Luigi Soriga
Sassari, le ex Concerie sono da demolire

Le relazioni tecniche dei vigili del fuoco e degli esperti del Comune evidenziano la pericolosità dei muri a rischio crollo

23 gennaio 2021
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SASSARI. La relazione tecnica dei vigili del fuoco di fatto è una sentenza per ciò che resta delle ex Concerie Costa: la struttura è fatiscente, i muri costituiti di pietre e tufo ormai sono in totale dissesto e instabili, e costituiscono un reale pericolo per le pubbliche vie. Tradotto: i ruderi che accolgono chi entra a Sassari, subito dopo il cavalcaferrovia di Santa Maria, andrebbero abbattuti. Difficile infatti ipotizzare un risanamento per un edificio così devastato dall’incuria.

Durante il sopralluogo, infatti, i vigili del fuoco, gli agenti della polizia municipale e i geometri dell’ufficio tecnico del Comune, hanno riscontrato numerose lesioni strutturali nel perimetro che si estende tra le vie Predda Niedda e Padre Zirano. Le mura, in alcuni punti, risultano palesemente deformate, con evidente rischio di cedimenti.

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Sia la perizia dei vigili del fuoco, sia quella dei tecnici comunali, convergono su un aspetto: le ex Concerie sono ormai arrivate a un tale livello di degrado da richiedere un intervento di messa in sicurezza o abbattimento immediato.

Il primo passo quindi sarà quello di delimitare l’accesso pedonale all’intera area, e impedire anche ai pedoni e alle vetture di passeggiare sul marciapiede che lambisce il muro, o di parcheggiare nelle immediate vicinanze. Dovranno essere installate delle transenne e dei cartelli di pericolo per interdire la zona.

Quindi i proprietari dell’immobile, ovvero la Demontis costruzioni Srl e gli imprenditori Sciarra, dovranno provvedere alla messa in sicurezza del perimetro. A parte le lesioni strutturali, le criticità sono anche altre: fili elettrici volanti, contatori enel attivi e privi di protezione, vegetazione incolta nei cortili interni, immondizia da bonificare.

Purtroppo in questi decenni ha pesato moltissimo il vincolo imposto dalla Soprintendenza, che di fatto ha impedito qualsiasi investimento per la riqualificazione o riprogettazione del lotto. L’obbligo di conservazione della facciata, considerata bene architettonico da tutelare, ha fatto sì che le storiche Concerie sgualcissero nell’abbandono. E da archeologia industriale di una Sassari dinamica e produttiva che fu, si trasformassero nell’attuale monumento al degrado.

Vennero costruite nel 1850 dalla famiglia Vielà che le gestirono sino a fine secolo. Poi le cedettero ai Costa, che portarono avanti l’attività sino alla Seconda guerra mondiale. Poi i locali cambiarono destinazione d’uso, e ospitarono prima il grossista di alimentari Enrico Enrichetto e alla fine degli anni Settanta, il mobilificio di Pino Mura (Pinomù). Alla metà degli anni Ottanta un incendio devastò lo stabilimento. L’intera area venne acquistata dalla Demontis costruzioni srl. Ma così rimase, senza alcun risanamento, sino ad arrivare ad oggi: un quadrato di muri vuoto, pronto a franare.
 

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