La Nuova Sardegna

Sassari

Ospedale in emergenza per evitare nuovi cluster

di Luigi Soriga
 Ospedale in emergenza per evitare nuovi cluster

Ancora casi di positività in Medicina uomini, due pazienti sono stati isolati Carenza di reagenti per i tamponi, scarsa comunicazione tra laboratorio e reparti 

02 febbraio 2021
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SASSARI. Il rischio focolai è ancora ben presente all’interno dell’Aou. I campanelli di allarme sono quotidiani, e i responsabili dei reparti sono costretti a correre immediatamente ai ripari. L’ultimo caso nel reparto di Medicina Uomini. Appena riaperto ai ricoveri, e subito con un nuovo inquilino positivo. «Sabato 30 gennaio abbiamo avuto un caso di paziente "grigio" – spiega il direttore del reparto Bandiera cioè con quadro TC polmonare dubbio di polmonite Covid. Il paziente è stato ricoverato dal Pronto soccorso dopo due tamponi molecolari negativi. È attualmente isolato nel nostro reparto e se si evidenziasse la positività in successivi tamponi molecolari verrà trasferita in reparto Covid. Diversamente sarà trattato in base alla causa che ha indotto il quadro clinico. La nostra struttura continuerà regolarmente la sua attività».

Una situazione simile si era già verificata venerdì scorso, all'apertura del reparto uomini, quando un paziente negativo al tampone era stato ricoverato dal Pronto soccorso.

«Attraverso l'utilizzo delle nuove 'linee di indirizzo sull'uso appropriato dei test diagnostici per Sars Cov-2 e la loro interpretazione clinica', adottate dalla direzione, il paziente - afferma ancora Bandiera - era stato isolato e, una volta identificato come positivo, era stato subito trasferito nel reparto Covid. La direzione aziendale nel frattempo sta predisponendo un apposito reparto per la gestione dei “pazienti grigi”, così da ridurre la possibilità di focolai infettivi nei reparti no-Covid».

Il vero cluster invece era divampato le settimane scorse. 27 contagiati più cinque operatori più altri sei pazienti trasferiti in Lungodegenza. Il reparto non chiude, trasferisce i positivi e tampona personale e pazienti ogni due giorni. Spuntano altri due positivi asintomatici. Ma lo screening interno per tutti i reparti con casi di contagio non è sempre agevole: per i tamponi antigeni di ultima generazione non sempre c’è la disponibilità dei reagenti. Non c’è comunicazione tra il laboratorio di analisi che processa i test e i reparti. Quindi, per quanto riguarda i pazienti positivi, non c’è distinzione tra uno a carica virale alta e uno a bassa. Vengono inviati nei reparti senza alcuna “etichetta”.

I medici inviano al laboratorio il campione, e poi spetta a loro controllare, tra una visita e l’altra, il monitor del pc per verificare se è stato processato e se c’è l’esito. E il paziente in attesa di referto, nel frattempo sta lì, in una stanza, a "respirare" insieme ad altri ricoverati.

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