SASSARI. Più che eroi i medici si sentono soldati stanchi. «E arrabbiati». Perché stare sul fronte covid da quasi un anno è logorante. «Un giovane del mio staff – dice Sergio Babudieri, direttore di Malattie Infettive dell’Aou di Sassari – proprio nei giorni scorsi mi ha detto: mi è morto un paziente davanti agli occhi. La sera mi sono addormentato pensando a quel paziente. La notte ho sognato ancora quell’uomo che moriva».
La pandemia è un wireless al quale si resta connessi sempre, anche quando si chiudono le palpebre. «Il termine eroi francamente ha rotto anche le scatole. Perché ormai abbiamo capito che le cose là fuori funzionano in questo modo: noi in questo inferno, con le tute che ti tolgono il fiato, tra decine di persone che lottano per non morire, e gli altri là fuori che se ne fregano. Tanto ci sono gli eroi a salvare il mondo. No, non è così. O si combatte tutti o non se n’esce».
Ci pensa un attimo: «Chi si illude che in estate sarà tutto finito, è probabile che resti deluso. Mi auguro tanto di sbagliarmi. Ma i segnali non sono buoni. Gli altri paesi covid free, tipo la Cina, che si pensava avessero debellato il virus, ora sono alle prese con ondate di ritorno».
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