La Nuova Sardegna

Sassari

Sei donne contro lo spopolamento

di MarioBonu
Sei donne contro lo spopolamento

Gruppo di professioniste crea “SardiniaSpopTourism”, portale per far conoscere la Sardegna rurale

17 febbraio 2021
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BANARI. Il loro logo è quello delle “Quattro more”, «un’interpretazione – dicono – in chiave pop della bandiera che più amiamo. Un logo che racchiude in sé tutta la nostra personalità, le nostre radici e l’anima di questo progetto». Loro sono sei giovani donne provenienti da diversi centri di collina e di mare dell’isola - Banari, Cagliari, Gonnosfanàdiga, Abbasanta, Alghero – plurilaureate e in possesso di diversi master post-universitari, “ritornanti” dopo i loro percorsi di studio e professionali in giro per l’Italia. E convinte di poter dare una mano alla Sardegna, e in particolare ai suoi centri più piccoli nella difficile lotta contro lo spopolamento.

Nasce così il progetto “SardiniaSpopTourism”, “un viaggio tra i borghi più inesplorati della Sardegna alla (ri)scoperta del loro valore, raccontato da chi il paese lo vive ogni giorno, se ne prende cura… e non vede l’ora che te ne innamori anche tu!”. Gli strumenti sono il portale che mira a mettere in rete tutti i Comuni sardi con una popolazione inferiore ai 3000 abitanti, e l’associazione “RuRaLe.” – da Ruoli, Radici, Legami – nata per fornire supporto alle realtà operanti nelle aree rurali della Sardegna, e che a dicembre ha ricevuto un finanziamento del Corpo Europeo di Solidarietà. Fra le loro idee più originali, il “Semaforo dello spopolamento” e la “cartoline di chi resta”, per il viaggiatore del mondo.

Una delle protagoniste del progetto è Clelia Porcheddu, 24 anni, di Banari, laurea in Economia e gestione dei servizi turistici all’Università di Cagliari, in procinto di concludere il suo percorso magistrale in Marketing del Territorio all’Università di Verona. Nell’ambito del progetto, Clelia si occupa della cura dei testi, ed è la referente per i territori del Logudoro e del Goceano. «L’obiettivo generale del progetto – dice Clelia – è quello di aumentare il capitale sociale promuovendo il turismo nelle aree interne, mettendo in relazione tra loro abitanti ed imprenditori da tutta l’isola».

Con una precisazione, però, «Il turismo non è l’obiettivo, ma bensì lo strumento, scelto per promuovere e aiutare le attività imprenditoriali, produttive o turistiche, presenti all’interno dei piccoli paesi spopolati», per rilanciare le produzioni locali, e arginare il fenomeno dello spopolamento.

Per perseguire quegli obiettivi, “Ru.Ra.Le” ha già avviato – pur con le difficoltà dovute alla pandemia – collaborazioni sia con il pubblico che con il privato. «Per quanto riguarda il privato in particolare – precisa Clelia Porcheddu – ora stiamo collaborando alla scrittura di un progetto con un'impresa sarda che si occupa di marketing territoriale». Sul versante pubblico, invece, la presentazione del progetto al bando “Fermenti”, il cui capofila è un Comune in provincia di Oristano. «Attualmente – aggiunge Claudia – stiamo lavorando per poter attivare un dialogo con enti attivi nelle aree presenti su SardiniaSpopTourism, così da rendere più concreto il nostro supporto alle realtà imprenditoriali».

Con l’obiettivo della mappatura di associazioni, imprese, cittadini, istituzioni per la costituzione di una rete attiva; la realizzazione di attività di networking e di formazione della cultura di impresa al fine di creare opportunità di collaborazione; la realizzazione di attività di promozione territoriale e turistica attraverso la creazione di itinerari tematici, marketing territoriale, commercializzazione dei prodotti del territorio; e la realizzazione di eventi, seminari e attività formative e informative sui temi dello sviluppo locale, turistico e sociale nelle aree rurali della Sardegna.

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