La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, abortì prima del parto: assolta la ginecologa

di Nadia Cossu
Sassari, abortì prima del parto: assolta la ginecologa

Una giovane aveva perso la bambina alcune ore dopo la visita in ospedale. Il medico non rilevò anomalie e la mandò a casa. Per il giudice agì correttamente

19 febbraio 2021
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SASSARI. La ginecologa agì correttamente e nessuna responsabilità può esserle addebitata per la tragica morte della bambina che una giovane mamma portava in grembo e che avrebbe dovuto mettere alla luce di lì a poco.

Il giudice Giulia Tronci ha assolto il medico con la formula «perché il fatto non sussiste», accogliendo quindi la tesi della difesa secondo cui la “morte del feto” era stata determinata da un improvviso e imprevedibile distacco della placenta.

La ginecologa era finita a giudizio perché accusata di aver diagnosticato erroneamente coliche renali e non invece un distacco di placenta. Per il pubblico ministero che all’epoca analizzò le carte – e che però al termine della discussione ha chiesto a sua volta l’assoluzione dell’imputata – la dottoressa non avrebbe «provveduto tempestivamente a un taglio cesareo per l’estrazione del feto, dimettendo invece la paziente». Da qui la contestazione del reato di aborto colposo.

Durante il dibattimento non sarebbero però emerse a carico dell’imputata prove di negligenza, imprudenza e imperizia, il pm al termine della requisitoria aveva detto: «Non esiste la prova certa che un’altra condotta avrebbe salvato il feto». Richiesta alla quale si era allineato il difensore mentre il legale di parte civile aveva chiesto la condanna sostenendo che la condotta della dottoressa non fosse stata rispettosa dei protocolli previsti in situazioni di questo genere e che avesse minimizzato i sintomi che la donna presentava.

I fatti risalgono ad agosto di otto anni fa. La giovane era andata in ospedale per programmare il taglio cesareo. Mentre aspettava il suo turno aveva incontrato casualmente la ginecologa, si conoscevano ma non era stata lei a seguirla durante la gravidanza. In quell’occasione avrebbe raccontato alla dottoressa di sentire qualche piccola contrazione. La ginecologa si era quindi offerta di visitarla per maggiore sicurezza. Dai controlli non era emersa alcuna anomalia, però l’ecografia aveva evidenziato dei calcoli renali. E quindi, ricollegando la sintomatologia a questo problema, le aveva indicato dei farmaci per placare l’infiammazione. E i dolori in effetti si erano placati.

Per poi peggiorare a casa con il passare delle ore tanto che la giovane di sera era tornata in ospedale. La situazione era già compromessa e i medici non avevano potuto far nulla: c’era stato il distacco della placenta e la bambina non si muoveva più. Ma questa complicanza sarebbe emersa in un secondo momento, non durante la visita della mattina. Una tragedia immensa che per il giudice non ha però come responsabile la ginecologa. E infatti l’ha assolta.

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