La Nuova Sardegna

Sassari

Banda Bassotti dell’edilizia si va verso la sentenza

di Nadia Cossu
Banda Bassotti dell’edilizia si va verso la sentenza

A 13 anni dagli arresti fissata la discussione di pm e difensori degli otto imputati Per l’accusa tra il 2007 e il 2008 svaligiarono cantieri e negozi di Predda Niedda 

21 febbraio 2021
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SASSARI. A tredici anni di distanza dagli arresti e dalla conclusione delle indagini sarà discusso il 24 marzo il processo a carico di otto imputati che facevano parte di un’organizzazione specializzata in blitz notturni nei negozi di materiale edilizio e nei cantieri edili. Teatro dei raid quasi sempre la zona industriale di Predda Niedda, anche se la banda dei cantieri non disdegnava le scorribande nella periferia e nelle borgate. A sei sassaresi arrestati dalla squadra mobile in una prima fase – un noto imprenditore e alcuni personaggi molto conosciuti negli ambienti della microcriminalità cittadina – al termine delle indagini si erano aggiunti due giovani sospettati di avere tentato di recuperare parte della refurtiva in un garage sequestrato dalla magistratura.

Venerdì davanti al giudice Valentina Nuvoli si è chiusa l’istruttoria dibattimentale e il processo è stato rinviato al 24 marzo per la requisitoria del pm e degli avvocati della difesa Maurizio Serra, Patrizia Marcori, Marco Palmieri e Claudio Mastandrea.

Gli imputati sono Albertone Campus, 54 anni, il più conosciuto tra i coinvolti nel giro, sospettato di avere ricettato gran parte del materiale, Gianluca Caggiari, 47 anni, Giuseppe “Faccinieddu” Delogu, 40 anni, Giuseppe Usai, 56 anni, Roberto Latte, 52 anni, Mario Lodde, 50 anni, Valerio Sau, 36 anni e Stefano Puledda, di 38 anni. Il pubblico ministero all’epoca aveva contestato a Campus e a Lodde numerose ricettazioni. A tutti gli altri imputati l’accusa di concorso in furto aggravato.

Nell’elenco del pm figurano ben 43 capi di imputazione relativi ad altrettanti furti messi a segno da quella che gli investigatori avevano ribattezzato la banda Bassotti dell’edilizia. Onnipresente Gianluca Caggiari, ma solo perché la microspia piazzata dagli uomini della Mobile era nascosta nella sua auto.

Del corposo bottino facevano parte lavatrici industriali, autocarri, trapani, televisori. Blitz che a un certo punto erano diventati a cadenza quasi quotidiana: betoniere, set completi di sanitari in ceramica. Di gusti raffinati, ma secondo le accuse anche pragmatico, Albertone Campus: l’imprenditore avrebbe ricevuto una cabina doccia e una vasca con idromassaggio, sanitari per bagno, pannelli per recinzione, trapani, seghetti, tassellatori, bidoni da cantiere per la raccolta dei materiali da risulta, montacarichi, gruppi elettrogeni, una betoniera (ancora), un demolitore e attrezzatura varia da cantiere.

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