La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, «Turritania, sì alla demolizione»

Giovanni Bua
Sassari, «Turritania, sì alla demolizione»

Il Pd appoggia la raccolta firme dei Riformatori e ripropone il progetto del 2018 per valorizzare l’area

21 febbraio 2021
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SASSARI. Si allarga il fronte che chiede un intervento immediato e corposo nell’area del Turritania. Partendo dall’abbattimento di ciò che rimane dell’ex albergo costruito tra il 1942 e il 1944 in piazza Sant’Antonio in parte su progetto del celebre architetto Vico Mossa. A dar forza alla raccolta firme, messa in piedi da qualche settimana dai Riformatori cittadini di Michele Saba, si aggiunge infatti il gruppo consiliare del Pd. Che in dote porta il progetto generale di riqualificazione di Porta Sant’Antonio presentato nel 2018 dal gruppo dell’ingegnere Vincenzo Culotta, che i Dem avevano già fatto proprio e raccontato alla città, nel corso di un incontro pubblico nella sala convegni della Nuova Sardegna.

Da qualche settimana si è riacceso in città il dibattito sulla complessa questione dell’ex hotel Turritania, da decenni considerato dai sassaresi il simbolo del degrado non solo della parte bassa del centro di antica formazione di Sassari, ma dell’intera città. «Un’ipotesi di soluzione – sottolineano Giuseppe Masala, Fabio Pinna, Giuseppe Mascia e Carla Fundoni – supportata da un’idea progettuale che affrontava la questione partendo da un nuovo punto di vista, quello della riqualificazione urbana dell’intera area di Porta Sant’Antonio, sciogliendo virtuosamente e concretamente il nodo dello sbocco diretto verso viale Porto Torres con un’opera infrastrutturale che, nel suo insieme, ha le giuste potenzialità per innescare meccanismi di ripresa di tutte le funzioni sociali ed economiche che mancano in quella depressa parte della città».

«Motivo per cui abbiamo osservato con attenzione e positivamente all’ultima iniziativa portata avanti dai Riformatori di Sassari – continuano i rappresentanti del Pd in consiglio – che da alcuni giorni hanno promosso una campagna di raccolta firme che sta avendo un certo successo, a conferma di quanto ad una buona parte dei sassaresi, anche quelli non residenti in quella parte di città, prema trovare una soluzione che rappresenti anche un’occasione di rilancio, riqualificazione e, in maniera più ampia, di rigenerazione urbana per un’area strategica della città che oggi blocca ogni ipotesi di rinascita e rilancio di quel tessuto economico e sociale che ha necessità di interventi coraggiosi ed innovativi per venir fuori da una crisi che sembra non avere fine».

«Abbiamo promosso nei giorni scorsi un incontro con i referenti locali dei Riformatori – spiegano i Dem – ai quali abbiamo illustrato il progetto che sostenemmo nel dicembre 2018, trovando con loro piena sintonia d’intenti e di visione rispetto all’ipotesi rigenerazione urbana e riqualificazione dell’intera area di Porta Sant’Antonio. Questo a testimonianza del fatto che la politica può diventare una risorsa per la comunità quando mette da parte interessi particolari per sommare le energie disponibili, liberandole a favore della comunità che rappresenta. Con questo spirito abbiamo affiancato le proposte di entrambi e deciso di proporci in città per ravvivare insieme l’interesse per progetti e soluzioni innovative come quella che sosteniamo dal 2018, unendo la “protesta” alla “proposta” e rendendoci disponibili a portare insieme questa idea di riqualificazione dell’area accompagnando e sostenendo l’iniziativa popolare di raccolta firme che i Riformatori hanno avuto il merito di iniziare e portare avanti». «Ci riproponiamo – chiudono – di avviare insieme una campagna di comunicazione dell’intera iniziativa, offrendo la nostra disponibilità alle associazioni di tutte le categorie sociali ed economiche della città per presentare l’idea progetto, confidando che dal confronto con la città si possa solo migliorare nella proposta, cogliendo anche l’opportunità di ricreare quel senso di comunità che si sta lentamente perdendo e che rappresenta il primo vero ed importante gap con gli altri importanti centri della Sardegna».



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