La Nuova Sardegna

Sassari

Tenta di uccidere il ragazzo della figlia sconterà otto anni

di Luca Fiori
Tenta di uccidere il ragazzo della figlia sconterà otto anni

Condannato un uomo di 58 anni: era contrario alla relazione La vittima era stata accoltellata dopo una lite in via Rosello 

22 febbraio 2021
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SASSARI. Quella relazione tra sua figlia e un ventottenne che ogni sera veniva in città e l’attendeva sotto casa per uscire con lei non l’aveva mai vista di buon grado. I rapporti, tra Antonello Tedde, sassarese di 58 anni nato a Roma ma residente nel centro storico, e Gianluigi Sau, 28 anni di Ploaghe, erano degenerati quando Tedde aveva iniziato a contrastare la relazione amorosa e ad assumere un atteggiamento aggressivo nei confronti della coppia.

Il limite era stato superato una sera di luglio di quattro anni fa, quando Sau si era presentato sotto casa di Tedde, all’angolo tra via Rosello e via Amsicora e aveva chiesto un confronto. Tra i due erano volate parole pesanti e per convincere il 28enne ad allontanarsi Tedde gli aveva scagliato in testa un vasetto di fiori. Il giovane era rimasto frastornato in mezzo alla strada, ma prima di riuscire ad allontanarsi si era ritrovato davanti il padre della fidanzata con un coltello in mano.

Pochi secondi dopo Tedde aveva scagliato un fendente violentissimo contro Sau indirizzato alla gola. Il giovane era riuscito ad attutire il colpo e poi sanguinante si era dato alla fuga. Le manette erano scattate, solo qualche giorno dopo quando i carabinieri della compagnia di Sassari erano riusciti a ricostruire le varie fasi della vicenda.

Qualche giorno fa, difeso dall’avvocato Marco Manca, il 58enne è comparso davanti al collegio presieduto da Elena Meloni per difendersi dall’accusa di tentato omicidio. I giudici hanno accolto la richiesta del pubblico ministero Maria Paola Asara e lo hanno condannato a otto anni di carcere. Gianlugi Sau, costituitosi parte civile con l’avvocato Maria Speranza Benenati, aveva riportato una ferita profondissima al braccio sinistro. Nel tentativo di proteggersi la gola dal fendente scagliato con vigore dal padre della fidanzata, il 28enne aveva sollevato un braccio in direzione della lama. Un gesto istintivo che gli aveva salvato la vita, ma che gli aveva procurato «una ferita da taglio all’avambraccio sinistro sul lato ulnare con lesione completa del tendine estensore - si legge nel capo d’imputazione - e lesione parziale della giunzione miotendinea del flessore ulnare del carpo».

I medici del pronto soccorso del Santissima Annunziata gli avevano assegnato più di 40 giorni di cure. «Dove vai non ho ancora finito - gli aveva urlato Tedde mentre Sau si allontanava sanguinante - ti ammazzo».

Grazie all’intervento di alcuni passanti Sau era riuscito per fortuna ad allontanarsi e a recarsi in ospedale dove era stato sottoposto a un intervento di ricostruzione dell’avambraccio. Tedde era rimasto ancora in strada per qualche minuto a inveire contro il fidanzato della figlia con il coltello in mano, poi era sparito. Solo qualche giorno dopo, quando il giudice delle indagini preliminari aveva emesso un’ordinanza, per l’uomo erano scattate le manette e Tedde era finito agli arresti domiciliari. Il suo difensore attenderà ora le motivazioni della sentenza poi farà ricorso in appello.

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