La Nuova Sardegna

Sassari

Thiesi, un romanzo postumo per Tola

Thiesi, un romanzo postumo per Tola

A 38 anni dalla scomparsa i parenti pubblicano “Nàschidu in lampadas”

23 febbraio 2021
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THIESI. “Nàschidu in lampadas”, il romanzo in lingua sarda che narra la difficile storia d’amore tra un servo pastore e la figlia del nobile per cui lavora, è il titolo dell’opera scritta, qualche anno prima di morire, da Francesco Antonio Tola, storica figura per la comunità tiesina. Lo stile dell’opera consacra l’autore tra i primi scrittori in prosa in lingua sarda degli anni 80. Nonostante la pandemia non abbia consentito la presentazione del libro al grande pubblico, a distanza di 38 dalla scomparsa di Tola, avvenuta nel settembre del 1982, i suoi tre figli, Gavina, Giovanni e Anna, hanno voluto pubblicare il manoscritto in ossequio alla sua volontà. «Siamo certi che questa pubblicazione sia un desiderio di nostro padre perché amava scrivere in prosa». Totoeddu Tola, noto a tutti in paese per il suo emporio, nasce a Thiesi nel 1913 da Giovanni Tola, massaio, e Gavina Dore. Già dall’età di sei anni, come molti suoi coetanei dell’epoca, deve contribuire a dare una mano al nucleo familiare svolgendo la mansione di pastore con il fratello Pietro. Dopo la terza elementare, Pietro, si arruola nella guardia di Finanza e Totoeddu rimane solo a mandare avanti il gregge. Trascorre la vita all’aria aperta dedicandosi alla lettura e alla scrittura. Ben presto impara da un anziano pastore le regole della metrica e del canto in lingua sarda e scopre in sé una ricca vena poetica. La prematura perdita della madre, a soli tredici anni, segna in lui un profondo solco nel cuore. Ma sarà il servizio militare in Etiopia a modificare il suo destino. Al termine della guerra coloniale, Totoeddu decide di vivere a Addis Abeba. Qui svolge diverse mansioni tra le quali quella di commesso in un negozio di un mercante greco. Nel 1940 viene richiamato in guerra e nel 1941, dopo la cattura delle armate inglesi, viene trasportato nelle prigioni del Sudan e poi in India e in Tasmania. Riesce a tornare a Thiesi solo nel 1947, dove apre una bottega in cui inizialmente avvia un’attività di prestito di libri da leggere, davvero esclusiva per l’epoca. Via via implementa il commercio con altri prodotti. Ancora oggi i tiesini lo ricordano allegro e gentile all’interno del suo emporio, situato all’interno di uno stabile tra viale Umberto e via Roma, dove a fine degli anni 40 tutti, almeno una volta, si sono recati per comprare ferramenta generi vari, giornali, bombole, le prime pentole in alluminio o per fare una telefonata e scambiare due chiacchiere.

Daniela Deriu

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