I pescatori di “Clean Sea Life”su Radio France
Hanno raccontato il progetto di pulizia del mare che ha consentito la raccolta di 187 chili di rifiuti
08 aprile 2021
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PORTO TORRES. L’inviato della radio nazionale francese Bruce De Galzaim ha intervistato ieri pomeriggio gli armatori della pesca a strascico che hanno partecipato al progetto “Clean Sea Life” per il ritiro dei rifiuti marini. Una tre giorni che si è svolta nello scorso ottobre sulle acque del golfo dell’Asinara, alla quale hanno preso parte tutti i pescherecci a strascico del compartimento di Porto Torres: nello specifico le undici unità da pesca hanno raccolto nelle tre giornate un quantitativo pari a 187 chilogrammi di rifiuti tra materiale plastico, gomma, vetro, metallo e legname poi conferiti in apposti cassonetti posizionati dall’Autorità di sistema portuale del Mar di Sardegna e smaltiti.
«I primi progetti cominciarono a metà degli anni Ottanta – ricorda l’armatore Lorenzo Nieddu – e tra i rifiuti più pericolosi c’erano le reti fantasma realizzate con materiale petrolifero: attrezzi che tendono a distruggere le risorse ittiche, purtroppo, al pari delle vecchie nasse, della plastica e degli stracci imbevuti di gasolio».
Un campionario di rifiuti che sono emersi dall’acqua grazie soprattutto al progetto Clean Sea Life, sperimentazione che ha coinvolto per primi i pescatori di Porto Torres e successivamente anche quelli di San Benedetto del Tronto, Rimini e Manfredonia.
In quattro anni di vita il progetto Life ha infatti offerto numeri davvero straordinari sulla partecipazione alle azioni previste: oltre 30 milioni di persone raggiunte dai messaggi Clean Sea Life, 170mila cittadini coinvolti nelle attività e 112 tonnellate di rifiuti rimossi dal mare. E il servizio dell’inviato della radio nazionale francese inizia proprio dal racconto dei pescatori turritani che da anni raccolgono rifiuti marini nel golfo. (g.m.)
«I primi progetti cominciarono a metà degli anni Ottanta – ricorda l’armatore Lorenzo Nieddu – e tra i rifiuti più pericolosi c’erano le reti fantasma realizzate con materiale petrolifero: attrezzi che tendono a distruggere le risorse ittiche, purtroppo, al pari delle vecchie nasse, della plastica e degli stracci imbevuti di gasolio».
Un campionario di rifiuti che sono emersi dall’acqua grazie soprattutto al progetto Clean Sea Life, sperimentazione che ha coinvolto per primi i pescatori di Porto Torres e successivamente anche quelli di San Benedetto del Tronto, Rimini e Manfredonia.
In quattro anni di vita il progetto Life ha infatti offerto numeri davvero straordinari sulla partecipazione alle azioni previste: oltre 30 milioni di persone raggiunte dai messaggi Clean Sea Life, 170mila cittadini coinvolti nelle attività e 112 tonnellate di rifiuti rimossi dal mare. E il servizio dell’inviato della radio nazionale francese inizia proprio dal racconto dei pescatori turritani che da anni raccolgono rifiuti marini nel golfo. (g.m.)