La Nuova Sardegna

Sassari

Rotte a Blue Air, sei a processo

di Nadia Cossu
Rotte a Blue Air, sei a processo

Abuso d’ufficio, tra gli imputati ex manager di Sogeaal e l’ex assessore ai Trasporti Massimo Deiana 

15 aprile 2021
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SASSARI. Compariranno il prossimo ottobre davanti al collegio presieduto da Mauro Pusceddu e in quell’occasione avranno modo di chiarire le loro posizioni.

Sono stati tutti rinviati a giudizio dal gup Carmela Rita Serra i sei imputati Mario Peralda, ex direttore generale della Sogeaal (la società che gestisce l’aeroporto di Alghero), Marco Di Giugno, direttore regionale dell’Enac Sardegna, Massimo Deiana, all’epoca assessore regionale ai Trasporti, Tudor Zamfir Constantinescu, rappresentante legale della compagnia aerea Blue Air-Airline, Raffaele Ciaravola, responsabile “Marketing Aviation” Sogeaal e Roberto Mascellaro, manager della società “Pwc Italia” advisor, incaricata dalla Regione per la stesura del cosiddetto bando Turismo. Le accuse: abuso d’ufficio e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente.

L’inchiesta della Procura di Sassari si era concentrata su un disciplinare di gara per la continuità territoriale che prevedeva il possesso di determinati requisiti. La compagnia aerea Blue Air, al momento della presentazione della domanda di partecipazione, questi requisiti non li avrebbe avuti. Eppure si aggiudicò il bando per la continuità relativa al quadriennio 2017-2020 per le tratte “Alghero-Roma Fiumicino” e “Alghero-Milano Linate”.

Gli imputati si sono difesi sostenendo che l’unico reato che avrebbero commesso sarebbe aver tentato di salvare l’aeroporto di Alghero. Non è dello stesso avviso la magistratura che ha contestato in particolare l’abuso d’ufficio a Peralda, Di Giugno, Deiana e Constantinescu perché in qualità di pubblici ufficiali e incaricati di pubblico servizio, avrebbero «procurato intenzionalmente un ingiusto vantaggio patrimoniale alla società Blue Air-Airline Management Solutions srl consistito nell’aggiudicarle il bando per la continuità territoriale sebbene la società Blue Air non fosse in possesso della documentazione richiesta dal disciplinare di gara al momento della presentazione della relativa domanda di partecipazione». E, ancora più nel dettaglio, Peralda (assistito dall’avvocato Nicola Satta) avrebbe contattato l’allora assessore regionale Deiana e anche Constantinescu «al fine di carpire informazioni» che anticipavano le successive azioni della Blue Air, che infatti partecipò al bando; sempre Peralda «coinvolgeva direttamente Di Giugno – scrive il pm – membro della commissione giudicatrice, al fine di redigere un documento in nome e per conto della Blue Air atto a favorire la società nella aggiudicazione del bando continuità territoriale»; «curava personalmente i rapporti tra il rappresentante legale della BlueAir Constantinescu e l’assessorato regionale ai Trasporti grazie a forti relazioni interpersonali con Deiana e i suoi collaboratori». Il direttore regionale dell’Enac, Di Giugno (difeso da Nicola Lucchi), invece, avrebbe redatto insieme a Peralda «in nome e per conto della Blue Air, la richiesta di differimento dei termini per il deposito della documentazione amministrativa mancante nella domanda di partecipazione della stessa società», necessaria per ottenere l’aggiudicazione del bando.

E poi c’è il ruolo di Deiana (assistito da Guido Manca Bitti), ossia l’assessore che per il pm avrebbe «agevolato in prima persona la partecipazione di Blue Air al bando per la continuità attraverso l’ausilio alla redazione della domanda di partecipazione». Per farlo avrebbe ricevuto nel suo ufficio i vertici della compagnia aerea «per concordare le voci da inserire nella domanda». Tra questi proprio Constantinescu «concorrente esterno nel reato commesso da pubblici ufficiali». La gara venne aggiudicata alla Blue Air e solo successivamente il provvedimento venne annullato in autotutela.

La Procura di Sassari parla anche di «collusioni». Si tratta del reato contestato in particolare a Ciaravola (assistito dall’avvocato Nino Cuccureddu), Peralda e Mascellaro (quest’ultimo difeso da Agostinangelo Marras e Marcello Elia) e cioè la “turbata libertà del procedimento di scelta del contraente”. Le collusioni di cui scrive il pm sarebbero consistite in contatti telefonici e corrispondenza e-mail tra gli imputati e i rappresentanti delle compagnie interessate al bando.

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