Strada ostruita dalle auto i tamponi restano a scuola
di Luca Fiori
Gli scatoloni con i resti dello screening del week end abbandonati nella palestra Per due giorni il furgone è stato bloccato dalle macchine lasciate in sosta vietata
15 aprile 2021
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SASSARI. Per due giorni ha tentato di farsi strada tra i vicoli e le stradine del centro storico, ma per due volte il furgone inviato dall’Ats nell’istituto di San Donato per ritirare gli scatoloni con i resti dello screening effettuato lo scorso settimana in città, ha dovuto desistere ed è andato via.
Risultato: una ventina di contenitori contenenti tamponi, provette, garze, guanti e mascherine - tutto materiale potenzialmente pericoloso - è ancora accatastato contro una parete della palestra dell’istituto scolastico che ospita la scuola primaria e quella dell’infanzia. La dirigente Patrizia Mercuri ha dato ordine di chiudere la palestra fino a quando i rifiuti non verranno portati via. Fino a quel momento a pagare saranno i bambini della scuola. Già penalizzati dalle regole imposta dalla pandemia – che consentono l’utilizzo dello spazio scolastico a piccoli gruppi per volta – i piccoli non potranno sgranchirsi le gambe e dovranno rimanere in classe fino a quando il problema non verrà risolto.
Il disagio si verifica a causa dell’arroganza e maleducazione di chi quotidianamente lascia la propria auto fuori dagli stalli consentiti, creando ostacoli che per alcuni mezzi sono insormontabili. I punti più critici sono l’incrocio tra via San Sisto e via Lamarmora, dove neanche la presenza dei paletti dissuasori è sufficiente a scoraggiare la sosta selvaggia e il secondo si trova qualche metro più giù. È all’incrocio tra via Alivesi e via Lamarmora che le auto lasciate praticamente in mezzo alla strada creano l’ostacolo più fastidioso. Se per un’auto normale svoltare da via Lamarmora in direzione della scuola occorrono un paio di manovre, per un mezzo un po’ più grosso è praticamente impossibile. Così per due mattine di fila il furgone dell’Ats arrivato a pochi metri dalla palestra, ha dovuto tirare dritto e andare via senza i rifiuti. «È una situazione intollerabile – spiega Patrizia Mercuri - questa volta sono gli scatoloni con i tamponi, ma la prossima volta potrebbe capitare che non riesca a svoltare un’ambulanza. Spero che vengano presi urgentemente dei provvedimenti».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Risultato: una ventina di contenitori contenenti tamponi, provette, garze, guanti e mascherine - tutto materiale potenzialmente pericoloso - è ancora accatastato contro una parete della palestra dell’istituto scolastico che ospita la scuola primaria e quella dell’infanzia. La dirigente Patrizia Mercuri ha dato ordine di chiudere la palestra fino a quando i rifiuti non verranno portati via. Fino a quel momento a pagare saranno i bambini della scuola. Già penalizzati dalle regole imposta dalla pandemia – che consentono l’utilizzo dello spazio scolastico a piccoli gruppi per volta – i piccoli non potranno sgranchirsi le gambe e dovranno rimanere in classe fino a quando il problema non verrà risolto.
Il disagio si verifica a causa dell’arroganza e maleducazione di chi quotidianamente lascia la propria auto fuori dagli stalli consentiti, creando ostacoli che per alcuni mezzi sono insormontabili. I punti più critici sono l’incrocio tra via San Sisto e via Lamarmora, dove neanche la presenza dei paletti dissuasori è sufficiente a scoraggiare la sosta selvaggia e il secondo si trova qualche metro più giù. È all’incrocio tra via Alivesi e via Lamarmora che le auto lasciate praticamente in mezzo alla strada creano l’ostacolo più fastidioso. Se per un’auto normale svoltare da via Lamarmora in direzione della scuola occorrono un paio di manovre, per un mezzo un po’ più grosso è praticamente impossibile. Così per due mattine di fila il furgone dell’Ats arrivato a pochi metri dalla palestra, ha dovuto tirare dritto e andare via senza i rifiuti. «È una situazione intollerabile – spiega Patrizia Mercuri - questa volta sono gli scatoloni con i tamponi, ma la prossima volta potrebbe capitare che non riesca a svoltare un’ambulanza. Spero che vengano presi urgentemente dei provvedimenti».
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