La Nuova Sardegna

Sassari

Fuga di gas, muore un operaio

di Gianni Bazzoni

L’incidente in via Costa: Lidio Piras, 51 anni, di Nurachi, stava intervenendo su un serbatoio interrato

16 aprile 2021
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SASSARI. “Omicidi bianchi” li chiamano. Sono quelli che si verificano nei cantieri, dove ancora oggi si muore senza che chi ti sta intorno neppure se ne renda conto. E quando scatta l’allarme è ormai troppo tardi. Come ieri mattina ad Alghero, in via Costa, a poca distanza dalla caserma dei carabinieri: Lidio Piras, 51 anni, nato a Oristano ma residente a Nurachi, padre di una bambina, operaio specializzato, dipendete di una azienda che opera per conto della Ultragas Tirrena SpA di Oristano. Stava eseguendo dei lavori di manutenzione al serbatoio di una palazzina condominiale: non aveva la mascherina protettiva e una fuoriuscita di gas ha probabilmente stordito l’operaio che poi si è accasciato all’interno del locale che ospita la cisterna. E ha continuato a respirare il gas in uscita che lo ha ucciso.

Quando sono scattati i soccorsi, purtroppo per l’operaio non c’era più niente da fare. Il medico e gli operatori del 118 hanno tentato a lungo di rianimare Lidio Piras, di fare ripartire il suo cuore. Ma alla fine si sono dovuti arrendere. Il corpo dell’operaio è stato coperto con un telo argentato. Sul posto sono arrivati i carabinieri della compagnia di Alghero, i vigili del fuoco per le procedure di messa in sicurezza (considerata la pericolosità della situazione a causa della perdita di gas). Sul luogo dell’incidente anche gli ispettori dello Spresal di Sassari per verificare le questioni relative alla sicurezza dell’impianto e al rispetto delle norme sulla tutela dei lavoratori. Secondo la prima ricostruzione dei fatti, l’operaio è arrivato ad Alghero a bordo del mezzo aziendale per eseguire la manutenzione del serbatoio di gas interrato che alimenta la palazzina condominiale di via Costa. Una attività di routine, che viene svolta con l’adozione delle misure di sicurezza necessaria. Qualcosa però non è andata per il verso giusto. Un condomino che ha cominciato a sentire un forte odore di gas, si è affacciato al balcone e ha notato l’operaio riverso a terra. Ha capito subito che stava succedendo qualcosa di molto grave e ha dato l’allarme. Sul posto sono arrivati gli operatori del 118, i carabinieri e i vigili del fuoco. Sono stati momenti drammatici, fino all’ultimo istante è stata alimentata la speranza. L’operaio invece non si è più ripreso. Quando è stato scoperto l’incidente ed è scattata la richiesta di soccorso era probabilmente già trascorso troppo tempo e la tragedia si era già compiuta.

É stato informato il magistrato di turno alla procura della Repubblica di Sassari e una volta conclusi i rilievi e le valutazioni tecniche, con il concorso degli ispettori dello Spresal, è stata autorizzata la rimozione del cadavere. Il corpo di Lidio Piras è stato trasferito all’Istituto di patologia forense di Sassari per la perizia da parte del medico legale. L’ipotesi prevalente è quella dell’incidente sul lavoro: morte quindi causata dalla fuga di gas. L’accertamento del medico legale dovrà escludere eventuali altre possibilità (un malore improvviso), anche se dalle prime valutazioni effettuate ieri la situazione sarebbe apparsa già molto chiara.

Gli investigatori avrebbero concluso che l’operaio (che comunque era molto esperto) si sarebbe reso conto della perdita di gas e avrebbe operato da subito per bloccare l’uscita del combustibile. A un certo punto, però, si sarebbe accasciato in una condizione di semicoscienza e avrebbe continuato a respirare gas nel vano che accoglie il serbatoio. Poco dopo sarebbe sopraggiunta la morte. E solo successivamente è scattato l’allarme, ma ormai la tragedia si era già compiuta.

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