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Sassari

Domus dei mosaici, bando del Ministero per scavi e restauro

Domus dei mosaici, bando del Ministero per scavi e restauro

PORTO TORRES. Il sogno di riportare in luce i tesori celati nell’area archeologica finalmente inizia a divenire realtà. Il segretariato regionale del ministero della Cultura ha infatti pubblicato un...

20 aprile 2021
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PORTO TORRES. Il sogno di riportare in luce i tesori celati nell’area archeologica finalmente inizia a divenire realtà. Il segretariato regionale del ministero della Cultura ha infatti pubblicato un avviso di manifestazione d’interesse per l’espletamento di procedura negoziata per lavori di «scavo, restauro e valorizzazione ai fini turistico-culturali dell’impianto urbano e delle residenze patrizie» dell’antica colonia Iulia Turris Libisonis.

Si tratta di un appalto del valore di 380mila euro (più Iva) sui 577.200 euro complessivi inerenti la meravigliosa Domus dei mosaici marini, uno dei tre interventi riguardanti Porto Torres compresi nel grande piano d’investimenti sul patrimonio culturale nazionale promosso nel febbraio 2018 dal Mibact guidato dal ministro Dario Franceschini. «La progettazione è frutto di un gruppo misto composto da personale della Soprintendenza Abap e della stazione appaltante del segretariato regionale del ministero della Cultura», spiega il responsabile unico del procedimento e referente per la stazione appaltante Gabriella Gasperetti. «L’intento è ricercare i percorsi viari antichi per l’individuazione del tessuto urbanistico di questo settore della città - spiega -, ma soprattutto garantire la conservazione delle mura e dei rivestimenti parietali e pavimentali della domus, completare l’indagine di scavo archeologico al fine di migliorarne la comprensione, definendone la planimetria e cercando di collegare i due piani dell'edificio». Un massiccio piano d’interventi propedeutici ad assicurarne la fruizione al pubblico.

Riscoperta nel 2003/04, la domus dei mosaici marini è una spettacolare abitazione edificata a ventaglio nel corso del I secolo d.C. sfruttando il declivio naturale nella zona prospiciente il ponte e il Golfo dell’Asinara, con scelte progettuali tipiche dell’ambiente laziale e campano. Nel III secolo fu oggetto di un importante restyling: a questa fase risalgono le rifiniture in marmi pregiati policromi, gli intonaci dipinti e i mosaici teorie di animali marini. Al momento si conoscono quattro vani e due vasche afferenti a un ambiente centrale del piano inferiore, collegato da una scala a quello superiore, di cui è noto un vano con pavimento mosaicato.

Emanuele Fancellu

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