La Nuova Sardegna

Sassari

Determinanti le intercettazioni telefoniche

Determinanti le intercettazioni telefoniche

«Quella di Cagliari l’abbiamo presa. Quella di Cagliari era quella dove c’era tutto il malloppo, anche se purtroppo non c’erano gli ottantamila euro». Meno di un mese dopo l’assalto armato alla sede...

22 aprile 2021
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«Quella di Cagliari l’abbiamo presa. Quella di Cagliari era quella dove c’era tutto il malloppo, anche se purtroppo non c’erano gli ottantamila euro». Meno di un mese
dopo l’assalto armato alla sede sassarese della Arco Spedizioni i componenti della banda finita in manette si lasciano andare ad alcune ammissioni sul colpo, ignari del fatto che le loro conversazioni sono costantemente ascoltate
dagli investigatori della squadra mobile. «Ci dovevano essere sì - si giustifica il direttore della sede rapinata Marco Sircana con Calvia e Concas - ma a Cagliari non li hanno messi tutti». Le indagini della polizia si erano da subito indirizzate verso chi poteva conoscere con grande precisione la merce trasportata dai Tir, gli orari
e le abitudini dell’autista rapinato. Così erano scattate le intercettazioni telefoniche e ambientali che hanno portato gli inquirenti a ricostruire tutte le fasi della rapina.
È la sera del 4 febbraio scorso quando, appreso da Marco Sircana che la Arco Spedizioni si sarebbe affidata in futuro a un istituto di vigilanza, Alessio Concas e Stefano Gavino Calvia si rammaricano per il fatto
che ora fare un altro colpo diventerebbe più rischioso. «Avremmo dovuto farne un altro subito», commentano pensando di non essere sentiti dalla polizia. (l.f.)


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