Chiuso per cinque giorni il bar che apriva al pubblico
di Luca Fiori
Sanzionati i due titolari e 19 avventori sorpresi nel locale dalle forze dell’ordine Ieri mattina il gestore ha tentato di aprire ma gli è stato impedito dai militari
28 aprile 2021
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SASSARI. Ieri mattina ha tentato di tirare ugualmente su la serranda e mettersi a lavorare nonostante il provvedimento di chiusura, ma davanti al suo locale all’angolo tra di via Siotto Pintor e viale Porto Torres, Fabio Palmisano, titolare insieme alla moglie dell’Invidia Cafè, ha trovato ad attenderlo i carabinieri.
Verso le 5.30 del mattino i militari gli hanno impedito l’accesso al bar e spiegato che non rispettando il provvedimento notificatogli la sera prima avrebbe peggiorato la situazione, così il barista ha preferito desistere e tornarsene a casa.
Lo stop di cinque giorni alla sua attività era stato disposto lunedì a tarda sera proprio dai carabinieri intervenuti nel suo locale rimasto aperto oltre le 18, l’orario consentito in zona rossa e solo per l’asporto. I militari, insieme alla polizia di stato e alla polizia locale si erano presentati all’Invidia Cafè verso le 19.
Con un tam tam sui social lunedì pomeriggio era stato fatto girare infatti un esplicito invito a presentarsi nel bar di via Siotto Pintor alle 20 per «brindare tutti insieme poi - avevano scritto gli organizzatori dell’aperitivo proibito - con le auto ci dirigiamo al centro di Sassari».
La notizia è arrivata però anche alle forze dell’ordine e così il brindisi fuori orario e sui tavolini del locale è costato ai titolari del bar la chiusura per cinque giorni. Palmisano e la compagna sono stati anche sanzionati, insieme ai 19 avventori trovati in due distinti momenti a consumare dentro il bar. Nonostante la sanzione e la chiusura forzata, Palmisano aveva deciso comunque di aprire la sua attività, sfidando la legge. Ma anche in questo caso l’annuncio affidato ai canali social non è sfuggito alle forze dell’ordine.
«Cari colleghi dove siete? - ha scritto lunedì notte il barista sul suo profilo Facebook - questa è la dimostrazione che siete solo buoni a parlare. Mi spiace per voi, ma la vostra vita non ve la riprendete lamentandovi e subendo. Domani - si concludeva il uso invito - vi aspetto per una colazione comodamente seduti, sempre rispettando le regole anti contagio». Gli unici a presentarsi ieri mattina all’Invidia Cafè sono stati però i carabinieri del reparto radiomobile e non certo per prendere il caffè.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Verso le 5.30 del mattino i militari gli hanno impedito l’accesso al bar e spiegato che non rispettando il provvedimento notificatogli la sera prima avrebbe peggiorato la situazione, così il barista ha preferito desistere e tornarsene a casa.
Lo stop di cinque giorni alla sua attività era stato disposto lunedì a tarda sera proprio dai carabinieri intervenuti nel suo locale rimasto aperto oltre le 18, l’orario consentito in zona rossa e solo per l’asporto. I militari, insieme alla polizia di stato e alla polizia locale si erano presentati all’Invidia Cafè verso le 19.
Con un tam tam sui social lunedì pomeriggio era stato fatto girare infatti un esplicito invito a presentarsi nel bar di via Siotto Pintor alle 20 per «brindare tutti insieme poi - avevano scritto gli organizzatori dell’aperitivo proibito - con le auto ci dirigiamo al centro di Sassari».
La notizia è arrivata però anche alle forze dell’ordine e così il brindisi fuori orario e sui tavolini del locale è costato ai titolari del bar la chiusura per cinque giorni. Palmisano e la compagna sono stati anche sanzionati, insieme ai 19 avventori trovati in due distinti momenti a consumare dentro il bar. Nonostante la sanzione e la chiusura forzata, Palmisano aveva deciso comunque di aprire la sua attività, sfidando la legge. Ma anche in questo caso l’annuncio affidato ai canali social non è sfuggito alle forze dell’ordine.
«Cari colleghi dove siete? - ha scritto lunedì notte il barista sul suo profilo Facebook - questa è la dimostrazione che siete solo buoni a parlare. Mi spiace per voi, ma la vostra vita non ve la riprendete lamentandovi e subendo. Domani - si concludeva il uso invito - vi aspetto per una colazione comodamente seduti, sempre rispettando le regole anti contagio». Gli unici a presentarsi ieri mattina all’Invidia Cafè sono stati però i carabinieri del reparto radiomobile e non certo per prendere il caffè.
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