La Nuova Sardegna

Sassari

Divina Provvidenza: sos al prefetto

di Paoletta Farina
Divina Provvidenza: sos al prefetto

Cgil, Cisl e Uil chiedono un tavolo con sindaco, Ats, Asl e cda per scongiurare la chiusura della struttura di accoglienza

28 aprile 2021
2 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. I sindacati chiedono l’intervento del prefetto e un tavolo congiunto con le istituzioni ed enti coinvolti per scongiurare la chiusura della Casa della Divina Provvidenza che, sabato scorso 24 aprile, ha comunicato alle famiglie le dimissioni dei 75 ospiti, non potendo più provvedere alla loro assistenza per mancanza di liquidità: sono appena quattromila euro i fondi in cassa e con quella somma non è possibile nemmeno comprare il cibo o i farmaci.

La richiesta di incontro urgente partita dai segretari territoriali di Fp Cgil, Paolo Dettori, di Cisl Fp, Armando Ruzzetto, e di Uil Fpl, Augusto Ogana ha un lungo elenco di destinatari: oltre alla prefetta Maria Luisa D’Alessandro, il sindaco Nanni Campus, i commissari straordinari di Ats-Ares, Massimo Temussi, e dell’Assl, Flavio Sensi e al consiglio di amministrazione della Fondazione Divina Provvidenza perché si trovino, riuniti insieme allo stesso tavolo, soluzioni a una situazione che mai si era verificata in oltre cent’anni di vita dell’istituto di accoglienza per persone non autosufficienti e in stato d’indigenza.

Le organizzazioni sindacali erano state informate venerdì delle gravi difficoltà economiche in cui si trovava la struttura fondata da padre Manzella. Il cda aveva annunciato che entro la giornata avrebbe potuto prendere l’estrema decisione di allontanare gli ospiti, come poi si è verificato. Un atto di cui formalmente le organizzazioni sindacali non hanno avuto comunicazione, e che ha creato una tempesta tra i parenti dei ricoverati e allarme tra i 47 dipendenti, tra operatori sanitari, ausiliari, addetti alla mensa e amministrativi, che vedono a rischio il loro posto di lavoro, se non si troverà il modo di riaprire la struttura.

La situazione economica della “Divina Provvidenza”, che da anni si cerca faticosamente di mettere a posto, è precipitata anche in seguito ai pignoramenti sulle rette ottenuti da undici lavoratori che vantano arretrati sugli stipendi. Eppure un accordo raggiunto tra personale e amministrazione prevedeva di aspettare fino al 31 maggio.

Pignoramenti che, siccome l’istituto di piazza Sant’Agostino si svuoterà, non troveranno soldi da aggredire. Infatti i decreti, rivolti ai singoli ospiti, sono arrivati nei giorni scorsi, ma le rette di maggio non verranno versate visto che i pazienti per allora avranno trovato una nuova sistemazione o a casa on in altre strutture. Una corsa contro il tempo perché in una settimana non è facile trovare alternative. Molte case per anziani sono già al limite della loro capienza, inoltre non sempre possono offrire ospitalità ai prezzi che la “Divina Provvidenza” assicura, proprio perché la sua finalità è quella di venire incontro anche ai più indigenti, alle persone sole che non possono contare neanche sull’aiuto dei familiari.

In Primo Piano
Politica

Sanità, liste d’attesa troppo lunghe La Regione: «Faremo interventi strutturali»

Le nostre iniziative