La Nuova Sardegna

Sassari

Raid degli ultrà del Cagliari il pm chiede 77 condanne

di Nadia Cossu
Raid degli ultrà del Cagliari il pm chiede 77 condanne

Gli imputati che hanno scelto l’abbreviato rischiano pene dai tre agli otto anni La guerriglia urbana si scatenò prima di un’amichevole dei rossoblù a Sorso

28 aprile 2021
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SASSARI. Sei imputati affronteranno il processo con il rito ordinario, settantasette (tutti cagliaritani) hanno invece scelto di essere giudicati con il rito abbreviato e ieri mattina, davanti al gup Giuseppe Grotteria, il pubblico ministero Maria Paola Asara ha chiesto la condanna a pene che vanno da un massimo di otto anni a un minimo di tre anni e dieci mesi. Solo per uno è stata sollecitata l’assoluzione per carenza di prove. Altri due imputati sono invece deceduti.

È il risvolto giudiziario dell’assalto degli ultrà del Cagliari che il 25 marzo del 2017 sfociò in guerriglia urbana e che seminò il panico nella zona della stazione di Sassari. Tutte le parti civili, compreso il Comune di Sassari, hanno rinunciato alla costituzione perché sono già state risarcite integralmente. Solo l’avvocato Marco Manca si è riservato di agire nei confronti del Ministero per ottenere un risarcimento integrale a favore del suo assistito, ossia un cittadino che fu colpito per errore durante i disordini. L’uomo, scambiato per un teppista, fu preso a manganellate da un poliziotto: perse sei denti e si fratturò la mandibola.

Il sostituto procuratore Asara nella sua discussione durata circa due ore ha ricostruito i fatti e differenziato le posizioni degli imputati attraverso l’attività di indagine consistita nell’identificazione delle persone dentro il pullman, i filmati acquisiti dalla polizia giudiziaria, i riscontri dei tabulati telefonici e le diverse testimonianze.

I disordini di quattro anni fa si verificarono in occasione di un’amichevole che i rossoblù del Cagliari avrebbero dovuto giocare nel pomeriggio a Sorso, contro la squadra locale. Il piano dei tifosi cagliaritani scattò a fine mattinata. Improvvisamente la città si trasformò in un campo di battaglia. Circa 180 appartenenti al gruppo degli “Sconvolts”, diretti a Sorso a bordo di tre pullman per assistere alla partita, decisero di fermarsi in via Padre Zirano vicino alla stazione. E scoppiò il caos.

Le accuse da cui gli imputati devono difendersi sono molto pesanti: devastazione e saccheggio, lesioni gravi e possesso di artifizi pirotecnici e altri oggetti contundenti e atti ad offendere in occasione di manifestazioni sportive. Furono lunghe e articolate le indagini della Digos di Sassari in sinergia con i colleghi di Cagliari. E proprio grazie allo scrupoloso lavoro della polizia era emerso che l’intento del gruppo di ultras sarebbe stato quello di devastare e saccheggiare il centro della città e aggredire in modo indiscriminato chiunque si trovassero davanti sfruttando l’effetto sorpresa.

Una volta scesi dai pullman avevano iniziato a marciare in modo compatto con i volti coperti verso la stazione ferroviaria. Nel tragitto avevano fatto esplodere bombe carta e acceso fumogeni sotto gli sguardi impietriti dei commercianti e dei residenti. Muniti di mazze, bastoni, catene e aste portabandiera, avevano iniziato a innescare dei tafferugli tali da paralizzare completamente il traffico. Diversi tifosi della Torres erano arrivati davanti alla stazione per difendere i commercianti e i cittadini aggrediti e le due fazioni per qualche minuto erano entrate in contatto. Poi l’arrivo dei poliziotti in tenuta antisommossa.

L’udienza è stata rinviata al 29 giugno e in quella data discuteranno gli avvocati difensori. Mentre la prossima settimana comincerà il processo per i sei che hanno scelto il rito ordinario.

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