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Sassari, bimbo si ustiona all’asilo: «Medicato con una patata»

Luigi Soriga
Sassari, bimbo si ustiona all’asilo: «Medicato con una patata»

La mamma: «Troppe lacune su sicurezza e primo soccorso». La coop comunale: «Ci dispiace, è il nostro primo incidente»

05 maggio 2021
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SASSARI. Un attimo di distrazione e la curiosità di un bimbo di un anno e mezzo, come spesso accade, si è rivolta verso l’oggetto più pericoloso. Ha preso uno sterilizzatore con la mano, e l’acqua bollente si è rovesciata sul braccio. È successo due giorni fa nell’asilo nido comunale di via Cottoni.

«Dovevo andare a prendere mio figlio alle 16 – racconta la mamma – una ventina di minuti prima ricevo una chiamata: signora, non si spaventi quando verrà qui, ma suo figlio ha avuto una piccola ustione al braccio». La mamma si precipita, e ciò che vede non è così rassicurante. «Il bambino aveva la pelle piena di bolle, qualcuna anche già scoppiata. Piangeva ed era molto sofferente. Ho chiesto subito spiegazioni: come è stato medicato il braccio? Perché non è stato chiamato subito un medico? Ciò che mi lascia perplessa è che, a quanto ho capito, l’unica cura che è stata praticata è stato solo strofinare una patata sulla lesione, un po’ come facevano le nonne. E tutto questo mi sembra molto carente sul profilo del primo intervento e della sicurezza. Avere a che fare con i bambini è un compito delicatissimo, e occorre una enorme preparazione e formazione. Questo incidente, e il modo in cui è stato gestito, mi fa pensare che il Comune dovrebbe porre maggiore attenzione sulle proprie strutture, e sui protocolli adottati per garantire l’incolumità dei bambini».

Il bimbo di un anno è stato immediatamente portato al pronto soccorso pediatrico, e dopo una prima visita è stato accompagnato al centro ustioni. I medici gli hanno diagnosticato delle ustioni di primo e di secondo grado, guaribili in tre settimane. Ogni giorno, almeno nella prima fase, il piccolo dovrà andare al quinto piano del Santissima Annunziata per sottoporsi a medicazione.

Il responsabile del Consorzio Parsifal Giulio Maccioco, che ha in gestione due nidi comunali, ha avviato un’indagine all’interno della cooperativa: «Ci dispiace moltissimo per ciò che è accaduto – dice – abbiamo sentito la famiglia e ci siamo messi a disposizione per venire incontro ad ogni loro esigenza. Ora cerchiamo di ricostruire cosa sia successo esattamente e come è avvenuta l’assistenza al bimbo. Dagli elementi finora raccolti posso dire che il soccorso al piccolo non si è svolto solo con i “metodi della nonna”. Con le nuove norme Covid siamo costretti a svolgere la sterilizzazione in contemporanea con l’attività, e non una volta che i bimbi sono andati via, come accadeva in passato. Questo è il motivo per cui il bollitore era acceso. Tutto è accaduto poco prima delle 16, e i familiari del bimbo sono stati avvertiti immediatamente. Non è stato allertato subito il medico, perché probabilmente, in una fase iniziale, non è così semplice valutare l’entità di un’ustione. Il braccio si è arrossato, e solo dopo qualche minuto si sono presentate le bolle. Ma a quel punto la mamma era già arrivata, e infatti il piccolo è stato portato al pronto soccorso. Quel che mi preme sottolineare è che in tanti anni è il primo incidente che ci riguarda. Il nostro personale è estremamente formato sulla sicurezza e sul primo soccorso, e noi siamo rigorosissimi nel rispetto delle normative. Ma a volte anche mille cautele non sono sufficienti. Purtroppo questi episodi non dovrebbero mai capitare, e ci scusiamo ancora con la famiglia».

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