La Nuova Sardegna

Sassari

l’operazione “officina” 

Chili di droga da Ollolai in due concordano la pena

Chili di droga da Ollolai in due concordano la pena

SASSARI. Hanno patteggiato la pena davanti al giudice dell’udienza preliminare Antonello Spanu due dei componenti dell’organizzazione smantellata due anni fa dai carabinieri della compagnia di...

06 maggio 2021
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SASSARI. Hanno patteggiato la pena davanti al giudice dell’udienza preliminare Antonello Spanu due dei componenti dell’organizzazione smantellata due anni fa dai carabinieri della compagnia di Sassari, che sulla rotta Nuoro-Sassari-Sorso, faceva arrivare nel Nord dell’Isola - secondo le accuse della Procura - cocaina e marijuana da rivendere nel centro storico di Sassari ma anche nell’hinterland, in modo particolare a Sorso. Alex Salis, 31 anni di Sorso, difeso dall’avvocato Paolo Spano ha patteggiato quattro anni e sei mesi di reclusione, mentre Isacco Ghisu, 26 anni di Ollolai, difeso dagli avvocati Mario Pittalis del foro di Nuoro e Massimiliano Tore, ha patteggiato quattro anni e due mesi.

Hanno scelto invece di affrontare il processo con il rito abbreviato il prossimo 18 novembre Antonello Fenu, 27 anni, e Piero Carta, di 57, entrambi di Sorso e difesi dall’avvocato Roberta Debidda. Sono stati invece rinviati a giudizio e affronteranno il processo con il rito ordinario Marco Salis, 40 anni, Davide Spanu, 30 anni, Antonello Pinna, 60 anni, Fabrizio Dore, 34 anni, Cristian Fadda, 44 anni, tutti sassaresi, e Tore Piana, 56 anni e Fabio Fiori, 46 anni, di Sorso e Mohammad Shathat Hossain Depu, bengalese di 38 anni residente a Sassari. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Marco Palmieri, Marco Manca e Giuseppe Onorato. Complessivamente l’organizzazione avrebbe movimentato cinque chili di cocaina e 40 chili di marijuana per un valore sul mercato di circa un milione di euro.

La droga veniva consegnata ai pusher di strada e spacciata soprattutto nel centro storico di Sassari, nella zona industriale di Predda Niedda e a Sorso. La banda non aveva paura dei controlli e per sfuggire alle intercettazioni, durante le trattative i componenti utilizzavano un linguaggio criptico. (l.f.)

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