La Nuova Sardegna

Sassari

L’urbanistica divide Castelsardo

di Salvatore Santoni
L’urbanistica divide Castelsardo

Il sindaco Capula: un nuovo Puc attrarrà investitori. Il consigliere Cuccureddu: ammazzerà l’economia

07 maggio 2021
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CASTELSARDO. Da qualche tempo a questa parte il consiglio comunale sembra avere un copione fisso: tante turbolenze che guardano indietro di vent’anni, vecchie e nuove ruggini che spesso inceppano i lavori dell’aula, scambi al vetriolo tra ex compagni di squadra e una durata media di otto ore a seduta. Ma di tanto in tanto, tra le pieghe della discussione, arrivano momenti in cui le due opposte leggi che abitano l’universo della rocca dei Doria appaiono cristalline. Come durante la seduta del 3 maggio scorso.

All’ordine del giorno c’era infatti l’approvazione del nuovo bilancio di previsione, e tra una digressione e l’altra è emersa una distinzione di fondo tra la visione del sindaco Antonio Capula e quella del predecessore Franco Cuccureddu. Tutto è cominciato parlando di strategie per il futuro della città. L’ex primo cittadino ha contestato i contenuti del documento contabile parlando anche della pianificazione urbanistica (a bilancio sono stati inseriti 45mila euro, oltre al contributo regionale).

«Noi il Puc l’abbiamo approvato prima del Ppr – ha detto il consigliere di opposizione – ma abbiamo ritenuto che non fosse assolutamente strategico farlo perché, senza un piano importante di demolizioni, avrebbe bloccato l’edilizia. Oggi non so, se cambiano le leggi urbanistiche vediamo se può essere utile, altrimenti si blocca quel poco di immobiliare che si è potuto portare avanti col piano di fabbricazione che invece il Puc avrebbe congelato».

Dopo di che è intervenuto il sindaco Capula, che ha chiarito la posizione di tutta la maggioranza. «La strategia è unica – ha replicato il primo cittadino –. È la pianificazione che ti porta ad attrarre investitori, dal Puc al piano regolatore del porto. Quando si regolamenta, quando si dà una certezza di quello che si deve fare, arrivano automaticamente gli investitori, l’occupazione e i grandi capitali». E poi ha aggiunto: «La cultura, i musei, gli eventi sono una conseguenza. Castelsardo è bella di suo se la teniamo in perfetta efficienza, cosa che non c’è stata in questi anni perché si metteva la sporcizia sotto il tappeto. La nostra strategia è tenere pulito sopra e sotto il tappeto, è questo che vogliamo dare ai nostri figli».

«Si parla di Puc come strategia – ha controreplicato Cuccureddu – ma questo è un modello di 30 anni fa. Oggi, con la quantità di invenduto che c’è e col crollo dei prezzi che c’è stato, qualche scelta va fatta, non di tipo edilizio, ma strategico. Siamo diventati un modello con piani innovativi del colore e delle facciate e le tante reti come quella dei borghi. Non col Puc, che oggi ammazzerebbe l’economia». E ancora: «I bed and breakfast sono nati dal 2000 in poi a Castelsardo. Prima se si pensava ai posti letto si pensava agli alberghi, a costruire. Oggi invece si pensa alla riconversione, che non c’entra nulla col Puc. Quella è una strategia: creare ospitalità riconvertendo il patrimonio immobiliare. Non costruendo».

A chiudere il giro di dichiarazioni di voto è intervenuta l’assessora al Bilancio, Raffaela Posadino. «Il Puc – ha detto – forse è stata una delle cose principali per cui la cittadinanza ci ha votato e ci ha eletto, perché le amministrazioni precedenti non sono state in grado di portarlo avanti o non hanno voluto portarlo avanti». «La scelta strategica di questa amministrazione è di portarlo avanti – ha aggiunto l’assessora –: ricordiamoci che dietro al Puc c’è un indotto enorme di aziende che ruota. Castelsardo non vive di solo turismo per cinque mesi all’anno, vive anche di altro grazie a dio».

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