La Nuova Sardegna

Sassari

Sversamento di carbone in sei rinviati a giudizio

di Luca Fiori
Sversamento di carbone in sei rinviati a giudizio

I responsabili dello scarico dalle stive delle navi avrebbero inquinato il mare Nel mare davanti alla banchina di Fiume Santo 1350 metri cubi di materiale

12 maggio 2021
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SASSARI. Dovranno presentarsi davanti al giudice Sergio De Luca il prossimo 16 settembre per difendersi dall’accusa di inquinamento per aver fatto cadere in mare circa 1350 metri cubi di carbone, senza le prescritte autorizzazioni.

Lo sversamento sarebbe avvenuto per anni davanti alla banchina della diga foranea del bacino industriale di Porto Torres, nel luogo in cui avviene l’attracco delle navi carboniere che scaricano il combustibile per la centrale elettrica di Fiume Santo.

Ieri mattina sono stati rinviati a giudizio dal giudice dell’udienza preliminare Giuseppe Grotteria sei “loading masters” dipendenti di Ep Produzione di Fiume Santo che secondo le accuse della Procura della Repubblica avrebbero - in qualità di responsabili della regolarità dello scarico del carbone dalle stive delle navi «abusivamente cagionato, a seguito della caduta in mare di circa 1350 metri cubi di carbone - si legge nel capo d’imputazione - un deterioramento significativo e misurabile del fondale marino per una superficie di circa 2700 metri quadri».

Il reato, secondo quanto aveva accertato la guardia costiera sarebbe stato commesso nel porto fino al 27 gennaio del 2018. Ieri mattina il rinvio a giudizio è stato disposto per Daniele Derosas, Salvatore Fois, Franco Angioni, Ruggero Lai, Antonio Sanna e Piero Gianfranco Soggia (tutti difesi dagli avvocati Giuseppe e Luigi Conti).

Il giudice ha accolto inoltre la richiesta di costituzione di parte civile avanzata dal Comune di Porto Torres e respinto quella del comitato cittadino “Tuteliamo il Golfo dell’Asinara”, tutelato dall’avvocato Pina Zappetto. Un paio di mesi fa erano state completate le attività del secondo lotto di rimozione del carbone dai fondali, nella banchina del porto industriale di Porto Torres. Oltre al recupero era stata eseguita anche la caratterizzazione ambientale per analizzare i sedimenti del fondale, l’acqua e la fauna marina. Una procedura che, secondo i dati raccolti dalla società Ep, avrebbe dimostrato l’assenza di ogni traccia di contaminazione nell’ecosistema.

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