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Sassari: si finge militare in Siria, lei si innamora e lui le ruba migliaia di euro

Nadia Cossu
Sassari: si finge militare in Siria, lei si innamora e lui le ruba migliaia di euro

Contattata su Facebook da un fantomatico ufficiale tedesco perde tutti i risparmi. La donna ha chiesto anche prestiti. Indaga la polizia

14 maggio 2021
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SASSARI. Le chiamano “truffe sentimentali” anche se di romantico c’è ben poco nel raggiro di cui rimangono vittime per lo più donne fragili, sole o che magari stanno vivendo una separazione dal proprio marito.

È il caso di una madre sassarese, caduta nella trappola di un fantomatico ufficiale dell’esercito tedesco impegnato in Siria che, così le aveva fatto credere, aveva bisogno di cinquemila euro (tanto per cominciare) per poter lasciare quel paese devastato dalla guerra e raggiungerla in Italia. E lei, che evidentemente per quest’uomo in divisa aveva perso la testa (e la ragione), ha chiesto un prestito a una Finanziaria di Sassari perché con la sua piccola pensione non sarebbe mai riuscita a racimolare i soldi. Una volta ottenuta la somma ha inviato il bonifico. Ed è cominciato l’incubo. Perché l’uomo, come spesso accade in questo tipo di truffe, ha continuato a tempestarla di chiamate.

«Mi stavo separando da mio marito e l’ho conosciuto su Facebook lo scorso ottobre – racconta la donna, decisamente provata da questa brutta storia – A novembre mi ha detto che sarebbe andato in pensione, sosteneva di trovarsi in Siria in un campo dove non era consentito tenere soldi e mi ha chiesto se potevo mandargli 5mila euro. Ho una piccola pensione e così ho chiesto un prestito giustificandolo con motivi familiari. Poi ho fatto il bonifico e attraverso il numero del conto corrente abbiamo capito che si trattava di un paese dell’Africa».

Ma l’imbroglio era solo all’inizio perché, una volta ricevuta la somma richiesta, il “soldato tedesco” si è rifatto vivo: «Mi ha detto che i suoi superiori gli avevano bloccato i soldi e per attraversare il confine della Turchia gli servivano altri tremila euro». A quel punto, però, la donna non poteva più assecondarlo, perché le poche centinaia di euro che percepiva dalla pensione doveva utilizzarle per pagare la rata mensile del prestito.

I debiti sono aumentati e le richieste non si sono fermate. «Ho dovuto anche cambiare numero di telefono – racconta la donna che ha già presentato una denuncia in questura a Sassari – ma sono riusciti comunque a raggiungermi, si intrufolano nelle mie chat».

Il sistema architettato dai truffatori è sicuramente complesso ed è per questa ragione che le indagini richiedono tempo prima di ottenere risultati. Nel frattempo però le vittime si moltiplicano e anche in Sardegna – e nel Sassarese nel caso specifico – stanno crescendo in modo preoccupante i casi di persone che finiscono per perdere tutto, non solo i soldi. Perché succede che questi personaggi senza scrupoli siano abili anche nel riuscire ad allontanare le loro vittime dalle proprie famiglie. Accecate da un sentimento che esiste solo nella loro testa, incapaci di distinguere il malvagio, finiscono per chiudersi in un mondo di pericolosissime illusioni.

«Lo Stato ci dia una mano – è l’appello disperato dei familiari della donna – Sono persone spietate che non si fermano. Oggi usano un’identità, domani un’altra. Ci sentiamo soli a combattere una battaglia troppo più grande di noi, qualcuno deve aiutarci». Anche perché il rischio di perdere i propri cari vittime di questi raggiri è molto concreto, spesso infatti alla fragilità subentrano la depressione e l’isolamento.

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