La Nuova Sardegna

Sassari

Suolo pubblico, è scontro sulla “stretta” ai permessi

di Giovanni Bua
Suolo pubblico, è scontro sulla “stretta” ai permessi

La bozza presentata in giunta è pronta al passaggio in commissione e consiglio Associazioni e opposizioni sul piede di guerra: nessun dialogo e norme sbagliate 

16 maggio 2021
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SASSARI. Mentre i commercianti sassaresi tirano un sospiro di sollievo per il ritorno in giallo (con la speranza di un rapido passaggio alla zona bianca) a Palazzo Ducale si sta per giocare una partita che potrebbe essere altrettanto decisiva per le prossime riaperture: l’approvazione del nuovo regolamento per l’occupazione del suolo pubblico. Il documento, presentato in giunta nei giorni scorsi, approderà mercoledì nelle commissioni competenti, e potrebbe arrivare in aula già giovedì per la definitiva approvazione. Ma il suo iter si annuncia ad alta tensione, nonostante accolga una delle richieste più forti e dibattute degli scorsi mesi: la possibilità di occupazione di suolo pubblico anche per attività commerciali e artigianali.

L’incidente diplomatico. Il primo problema riguarda la condivisione della “bozza”. Nella delibera di presa d’atto della giunta, presentata dall’assessore alle Attività produttive Nicola Lucchi, si dice testualmente che «Il Comune è stato supportato dall’Ordine degli Ingegneri, degli Architetti, del Collegio dei Geometri» e che sono stati «acquisiti i pareri favorevoli delle associazioni di categoria Confcommercio, Confesercenti e Confartigianato».

In realtà le associazioni di categoria non sono state consultate, almeno in tempi recenti, e la bozza del regolamento è arrivata nelle loro caselle postali (peraltro informalmente) solo a delibera approvata. L’assessore Lucchi è uscito dall’impasse parlando di «silenzio assenso», ma sono in molti a non avere gradito e ad annunciare battaglia.

I problemi. Ma i problemi non sono solo di metodo, ma anche di merito. E sul merito di alcuni passaggi le opposizioni si preparano allo scontro. In particolare ce ne è uno che fa discutere e che ricalca la linea già scelta dall’amministrazione per il nuovo regolamento sulla concessione dei beni comunali, nel quale è stata inserita una premialità per le associazioni che rispettano «progetti coerenti con le linee programmatiche dell'amministrazione comunale». Una scelta bollata dal centrosinistra come portatrice di discrezionalità e ingerenze politiche (il Pd ha presentato un emendamento in aula, bocciato) che l’amministrazione comunale sembra intenzionata a ripetere. Nell’articolo 12 della bozza infatti si può leggere che: «La concessione, sia per la collocazione di dehors che di attrezzature amovibili su suolo pubblico è rilasciata dal settore competente, previo parere favorevole della giunta comunale finalizzato alla valutazione degli implicati interessi pubblici e collettivi».

Un passaggio che, secondo i critici, nel peggiore dei casi apre a discrezionalità non necessarie in una materia che dovrebbe rispondere solo ad asettiche, seppur stringenti, norme. Nel migliore risulta comunque un non necessario appesantimento di un iter che dovrebbe essere il più asciutto possibile.

Strisce blu. Un altro passaggio che farà discutere è quello relativo agli accordi tra le attività che desiderano occupare i posteggi blu e la Saba, la società che gestisce i parcheggi a pagamento. Il regolamento prevede la possibilità di «concordare direttamente con quest’ultima la subconcessione degli spazi». «Questo eviterà che i costi ricadano sull’intera collettività come in passato», spiega la delibera. Ma in molti temono sia un aggravio di spese per imprese già in ginocchio, e che il quadro di tariffe non sarà chiaro e univoco, soprattutto se la contrattazione tra Saba ed esercenti sarà davvero “uno a uno” e non collettiva.



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