La Nuova Sardegna

Sassari

«Chiarezza sulla dorsale il Governo sciolga i dubbi»

di Gianni Bazzoni
«Chiarezza sulla dorsale il Governo sciolga i dubbi»

Muretti (Cgil): «Il presidente della Regione Solinas intervenga direttamente» Secondo il segretario della Camera del lavoro di Sassari servono scelte coerenti

01 giugno 2021
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SASSARI. «Il presidente della giunta regionale Christian Solinas dovrebbe intervenire direttamente sulla partita energetica, pretendere chiarezza, chiedere che vengano superati i limiti prodotti dalle interferenze tra ministero della Transazione Ecologica e ministero dello Sviluppo economico. E sollecitare il Governo Draghi affinchè sciolga (a favore della dorsale) i dubbi ancora presenti sull’infrastrutturazione del metano per impedire che il Tyrrhenian Link produca danni alla Sardegna a vantaggio di altri».

La posizione della Cgil di Sassari è stata illustrata da Massimiliano Muretti, segretario della Camera del lavoro con delega all’Industria, il quale ha ribadito che uscire dalla difficile situazione è possibile «grazie alle risorse che potrebbero essere rese disponibili dal Pnrr, ma deve essere fatta definitiva chiarezza con scelte coerenti».

Il tema energetico. É il primo punto. La decarbonizzazione è solo una parte del problema, secondo Muretti. «Tutti si sono dichiarati favorevoli e hanno ritenuto l’obiettivo indispensabile, molte sono state le ipotesi tracciate, tutte con un limite: i tempi di realizzazione e la coerenza con la data di scadenza (il 2025). E La creazione del ministero della Transazione Ecologica non sembra aver prodotto maggiore chiarezza: il fatto che coesistano responsabilità in capo anche allo Sviluppo Economico, complica le cose. La visione su Tyrrhenian Link e metano, è ancora confusa, le strategie sono in mano alle aziende. Terna santifica il suo cavo, Snam indica quali saranno le infrastrutture installate nei territori, ne traccia capacità, caratteristiche allocazione».

Tyrrhenian Link. Secondo la Cgil di Sassari va affermato con forza «che non è indispensabile per favorire lo sviluppo di fonti rinnovabili e quindi per la decarbonizzazione della Sardegna. Il cavo interconnetterà la Sicilia alla Sardegna, trasporterà l’energia prodotta in Sicilia da fonti fossili e grazie alla mancata reazione della politica sarda e al diffuso sentimento ambientalista, determinerà la definitiva sudditanza energetica dell’Isola. E che il cavo non serva a ridurre l’emissione di CO2 è scritto nei documenti ufficiali».

Accumulo di energia. Nella Sen e nel Pniec, si dice che unitamente al cavo, sono indispensabili rilevanti capacità di accumulo; si va dai 400 MW a 1 GW, a seconda dei contesti e degli scenari. Nella Sen (Strategia energetica nazionale) e nel Pniec (Il Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima) si dice che unitamente al cavo, sono indispensabili rilevanti capacità di accumulo: si va dai 400 MW a 1 GW, a seconda dei contesti e degli scenari. «Con ogni probabilità – sottolinea Muretti –, salvo che per la quota di idroelettrico già presente (Taloro), gli accumuli dovranno essere sostituiti da impianti di produzione tradizionale, che allo stato dovrebbero essere alimentati dal metano, con inevitabile produzione di CO2».

Stoccaggi Gnl. Gli scenari tracciati dalla Snam, prevedono due stoccaggi di Gnl con nave criogenica, di cui una da 25 KT a Porto Torres e una da 100 KT a Porto Vesme. «Una importante differenza, solo in parte giustificata da una maggiore presenza industriale nel sud dell’isola che comunque, in tutte e due casi, sconta dei notevoli limiti di capacità e costante e certa disponibilità del gas», afferma il segretario della Camera del lavoro della Cgil. E le 25 KT di Porto Torres sarebbero appena sufficienti per una produzione di circa 200 MW di energia elettrica, inadeguate quindi per garantire i consumi elettrici e termici.

La dorsale e il cavo. «L’interconnessione dei depositi con la dorsale del metano, diviene indispensabile, non solo per favorire l’allineamento infrastrutturale ed energetico di tutta l’isola, ma anche per evitare storture del mercato elettrico e posizioni di rendita, che non producono innovazione e investimenti. E le quantità previste, in particolare quelle a Porto Torres – sottolinea Muretti –, potrebbero determinare scelte impiantistiche contrarie alla logica della riduzione delle emissioni di CO2. Si lascia passare un messaggio ingannevole: il cavo indispensabile, la dorsale sostituibile dai camion. Falsa la prima, folle la seconda. Due infrastrutture contro, che rispondono a logiche diverse».

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