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Sassari

Furgone in fiamme immagini ai raggi x

di Nadia Cossu
Furgone in fiamme immagini ai raggi x

Possibili novità dalle registrazioni di una telecamera privata Il presidente della Croce Medica: «Un aiuto per ripartire»

03 giugno 2021
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SASSARI. La svolta nelle indagini sull’incendio che lunedì notte ha distrutto il furgone per il trasporto disabili dell’associazione “Croce Medica” potrebbe arrivare dall’acquisizione delle immagini di una telecamera privata. Non è infatti da escludere che l’apparecchio, che si trova a poca distanza dal punto in cui il mezzo era parcheggiato – in viale Kennedy, a Latte Dolce – possa aver ripreso qualche movimento sospetto utile per gli sviluppi delle indagini.

La squadra mobile non sta seguendo un’unica pista e soprattutto non c’è alcuna certezza che questo attentato e quello di una settimana fa ai danni di un’ambulanza dell’associazione “Sassari Soccorso” siano correlati. Tutte le ipotesi sono al momento aperte e l’acquisizione delle registrazioni potrebbe fornire dettagli interessanti.

Davide Lisai, presidente dell’associazione, aveva chiesto l’autorizzazione per installare una telecamera davanti alla sede della Croce Medica «ma non ci era stata concessa», ha spiegato. La sua richiesta nasceva dal fatto che anche due anni fa – e di nuovo l’anno scorso – aveva subìto minacce. Ad esempio la scritta su un muro: “Ti bruciamo i mezzi”. Cosa che poi era realmente avvenuta perché a gennaio del 2020 era stata data alle fiamme l’unica ambulanza che l’associazione aveva in dotazione. Distrutta anche tutta la costosa attrezzatura che era custodita al suo interno. Ma in precedenza qualcuno aveva anche cercato di danneggiare e mettere fuori uso lo stesso furgone che è stato distrutto lunedì. E che ora ha di fatto privato la Croce Medica della possibilità di lavorare e di offrire un servizio importante alla città. Quel furgone serviva infatti per accompagnare disabili e pazienti in generale a fare visite mediche e terapie in tutta l’isola. Trasporti già programmati che Lisai è stato costretto a disdire con i disagi per gli utenti che si possono intuire facilmente.

In attesa di conoscere gli sviluppi dell’attività investigativa resta l’amarezza: «Mi auguro – le parole di Lisai – che il responsabile di un simile gesto si renda conto che il danno più grande lo subiranno i cittadini». Privati di un servizio essenziale che funzionava non a tariffa fissa ma con un’offerta libera. Aspetto, anche quest’ultimo, di cui dovranno tenere conto gli investigatori.

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