Comune
Putifigari
Una corona di fiori sulla lapide del carabiniere ucciso 40 anni fa
PUTIFIGARI. Sono trascorsi ormai 40 anni da quando, nella primavera del 1981, il comandante della stazione dei carabinieri di Putifigari, il maresciallo Giovanni Maria “Billia” Calaresu, fu...
03 giugno 2021
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PUTIFIGARI. Sono trascorsi ormai 40 anni da quando, nella primavera del 1981, il comandante della stazione dei carabinieri di Putifigari, il maresciallo Giovanni Maria “Billia” Calaresu, fu assassinato a un posto di blocco istituito nelle campagne del paese per fermare due persone che, in fuga in sella a una Vespa bianca, poco prima avevano rapinato la Cassa di credito Agrario di Olmedo.
Il sindaco di Putifigari Giacomo Contini ed il comandante della stazione dei carabinieri, il luogotenente con incarichi speciali Salvatore Pirisi, insieme con la moglie e il figlio di Calaresu, nella giornata del 29 maggio, hanno deposto una corona di fiori nella lapide eretta dove fu ucciso Calaresu, per ricordarne la figura.
«Sono passati ormai 40 anni da quell’assurdo delitto – afferma il sindaco Contini – ma resterà per sempre indelebile nella memoria della comunità di Putifigari, la figura e la statura, morale ed umana, del compianto maresciallo Calaresu. La lapide ricorda il sacrificio del sottufficiale, ma anche la generosità dedicata al servizio di tutti quei carabinieri che nel silenzio lavorano per la comunità».
Leonardo Arru
Il sindaco di Putifigari Giacomo Contini ed il comandante della stazione dei carabinieri, il luogotenente con incarichi speciali Salvatore Pirisi, insieme con la moglie e il figlio di Calaresu, nella giornata del 29 maggio, hanno deposto una corona di fiori nella lapide eretta dove fu ucciso Calaresu, per ricordarne la figura.
«Sono passati ormai 40 anni da quell’assurdo delitto – afferma il sindaco Contini – ma resterà per sempre indelebile nella memoria della comunità di Putifigari, la figura e la statura, morale ed umana, del compianto maresciallo Calaresu. La lapide ricorda il sacrificio del sottufficiale, ma anche la generosità dedicata al servizio di tutti quei carabinieri che nel silenzio lavorano per la comunità».
Leonardo Arru