La Nuova Sardegna

Sassari

La Francia fa arrestare tre pescatori di Sorso

Salvatore Santoni
Il parco delle Bocche di Bonifacio
Il parco delle Bocche di Bonifacio

Pescavano nella riserva di Bonifacio. Mandato di cattura europeo, sono in cella a Bancali

06 giugno 2021
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SORSO. Tre pescatori di Sorso sono stati arrestati ieri mattina in esecuzione di altrettanti mandati di cattura europei emessi dalle autorità francesi con l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale e violazioni della riserva naturale di Bonifacio. I giovani - di 32, 27 e 21 anni - sarebbero stati sorpresi a pescare nell'area tutelata e, prima di darsi alla fuga verso le acque territoriali italiane, avrebbero minacciato i guardiani con i fucili da sub.

La ricostruzione. I fatti risalgono al 2 luglio 2020, quando il gruppo decide di prendere il mare dal porto di Santa Teresa e puntare verso la Corsica. Secondo la ricostruzione delle autorità francesi, l'Office de l'environnement de la Corse, l'organismo che si occupa della vigilanza dell'area protetta, il gommone con a bordo quattro uomini avrebbe violato l'area protetta che si trova al largo del Capo di Roccapina, nei pressi degli Îlots des Moines. La riserva naturale delle Bocche di Bonifacio è stata istituita nel 1999 ed è classifica come area specialmente protetta di interesse mediterraneo. Si estende su circa 80mila ettari tra Corsica e Sardegna e ha una mappatura variegata di divieti e concessioni. Secondo le contestazioni delle autorità francesi, i pescatori di Sorso sarebbero stati sorpresi in una zona rossa, cioè dove sono vietate tutte le forme di caccia e di pesca. Come se non bastasse, sempre secondo le accuse dei francesi, i pescatori avrebbero puntato uno o più arpioni contro i guardiani della riserva, con annesse minacce e insulti vari.

L'inseguimento. Ne è nato un inseguimento in mare. La prima motovedetta ha chiesto di inviare rinforzi: è diventata una vera e propria operazione di intercettazione. Ha quindi preso il mare anche un'imbarcazione della direzione degli Affaires maritimes (quella fondata da Jean-Baptiste Colbert). A quel punto il gommone dei pescatori era praticamente accerchiato dalle imbarcazioni francesi, che hanno "scortato" - si fa per dire - il natante dei pescatori fin dentro al porto di Santa Teresa. Qui la storia si fa ingarbugliata poiché i francesi sostengono di aver consegnato i pescatori alle forze dell'ordine italiane, cioè i carabinieri, mentre pare che le chiamate al 112 e alla guardia costiera le abbiano fatte gli stessi pescatori mentre erano in acque territoriali italiane e si vedevano le motovedette straniere alle calcagna. In ogni caso, una volta a terra, i pescatori sono stati semplicemente identificati.

Mandati di cattura. Le indagini della gendarmeria hanno covato sotto la cenere per oltre un anno. La vicenda non è stata digerita dai francesi, che hanno raccolto una serie di informazioni ed eseguito accertamenti, per poi emettere i mandati di arresto nei confronti dei tre. Che ora dovranno rispondere di una serie di contestazioni, anche pesanti, che vengono mosse dalle autorità straniere. In particolare, i pescatori sono accusati di aver ostacolato il sequestro delle attrezzature da pesca, di aver navigato su un'imbarcazione priva di identificativo, e di essersi rifiutati di fermarsi all'alt intimato dalle guardie ambientali. C'è poi l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale, le minacce e l'essere entrati in una riserva ambientale senza autorizzazione. Tutte violazioni che le leggi francesi perseguono con fermezza.

Il quarto uomo. In questa vicenda, già di per sé particolare, c'è spazio anche per un piccolo giallo. Secondo la ricostruzione delle forze dell'ordine francesi, sull'imbarcazione italiana erano a bordo 4 uomini. Ma i mandati di cattura sono arrivati soltanto per tre. Questo, verosimilmente, a causa di un errore anagrafico durante l'identificazione del gruppo di pescatori subito dopo lo sbarco al porto di Santa Teresa. Gli inquirenti, infatti, nella loro ricostruzione dei fatti parlano chiaramente di quattro individui a bordo. Gli arresti. Ieri mattina i carabinieri di Sorso, guidati dal maresciallo Gianluca Porcheddu, che fanno capo alla compagnia di Porto Torres, comandata dal capitano Danilo Vinciguerra, si sono presentati nelle abitazioni dei tre destinatari dei mandati di cattura disposti dalle autorità francesi. I giovani sono stati accompagnati nel carcere di Bancali. Qui rimarranno in attesa di comparire - con tutta probabilità nelle prossime ore - davanti al presidente della corte d'appello per la convalida dell'arresto (lo prevede la procedura del Mae, il mandato di arresto europeo).

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