La Nuova Sardegna

Sassari

Segregata in casa dall’ex: un 27enne a processo

di Nadia Cossu
Segregata in casa dall’ex: un 27enne a processo

Racconto choc di una giovane: «Chiusa a chiave e picchiata per più di un mese» In aula anche la madre della presunta vittima: «Lui minacciò di morte anche me» 

12 giugno 2021
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SASSARI. Segregata in una casa di campagna dove è stata costretta a vivere isolata da tutti – compresa la sua famiglia – per un mese e mezzo. Porta chiusa a chiave, botte, offese e insulti.

Quando alla fine una 21enne algherese è riuscita a tornare a casa, la madre quasi non l’aveva riconosciuta: «Era dimagrita di dieci chili, aveva ecchimosi sulle braccia, era spaventata...».

Sono state proprio le due donne – madre e figlia – a raccontare in lacrime davanti al giudice Mauro Pusceddu l’incubo vissuto nell’estate di tre anni fa. L’imputato, un 27enne sassarese (difeso dall’avvocato Marco Palmieri), è a processo per maltrattamenti. Tra le accuse contestate dalla Procura, oltre alle «ripetute offese» del tipo: “Non vali niente”, “sei una mer...” e altro ancora, ci sarebbero state minacce di morte e percosse ai danni della giovane. In aula la 21enne (parte civile con l’avvocato Stefano Carboni) ha raccontato i dettagli della tormentata storia. «Una relazione che all’inizio era bella, abbiamo passato due anni tranquilli». Poi il rapporto si è deteriorato e i due si sono lasciati. L’imputato ha conosciuto un’altra donna e qui sono cominciati i problemi. Perché la nuova compagna, ritenendo di esser stata maltrattata da lui, avrebbe manifestato l’intenzione di denunciarlo. E a quel punto lui avrebbe chiesto aiuto alla ex – che provava ancora un sentimento nei suoi confronti – dicendole di raggiungerlo nella casa in campagna. E in quella circostanza le avrebbe «impedito di andarsene – scrive la Procura – avendole sottratto le valigie e avendo chiuso a chiave la porta dell’abitazione non permettendole di uscire di casa».

Il tutto sarebbe durato un mese e mezzo, periodo durante il quale la giovane sarebbe stata picchiata e strattonata più volte. Poi la “liberazione”.

Ma la verità è che la 21enne senza rendersene conto era rimasta impigliata in una trappola psicologica perché, dopo esser stata riaccompagnata a casa della madre dall’imputato stesso, non è stata in grado di chiudere il rapporto con lui. «Quando mia figlia mi disse che sarebbe tornata da quel ragazzo – ha raccontato la madre in aula – ho provato a farle capire che non era il caso. Ma mi disse che questa volta sarebbero andati a vivere non in un posto isolato ma in un appartamento in città così se si fosse sentita in pericolo le sarebbe stato più facile andare via». Le cose però non cambiarono. Un giorno lui «lanciò un divano su un tavolo di vetro» poi ne prese un pezzo appuntito e la minacciò dicendole: «Da qua non esci viva». Un vicino di casa sentendo le urla riuscì a entrare nell’appartamento con un doppione delle chiavi e la salvò.

Dopo la denuncia la 21enne, terrorizzata all’idea che lui potesse farle del male, si è allontanata per due anni dalla Sardegna. In questo periodo il 27enne avrebbe minacciato di morte anche la mamma della ex usando, una volta, persino una pistola.

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