La Nuova Sardegna

Sassari

Viaggio tra le battaglie del 215 a.C.

Viaggio tra le battaglie del 215 a.C.

A Bessude suggestiva mostra tra armi, elmi e insegne nel museo medievale

19 giugno 2021
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BESSUDE. Le armi, le insegne, gli elmi e le cotte del “Bellum Sardum” del 215 aC. Sono visibili e fruibili anche al tatto – cosa che avviene assai raramente nei musei e nelle esposizioni - nella mostra organizzata al “MuMe” (Museo Meilogu Medievale) da “Sardinia Romana” con la collaborazione del Comune di Bessude.Protagonista è una pagina di storia antica della Sardegna, quando gli abitanti della regione centro occidentale, con alla testa il dux Ampsicora e il figlio Hostus (Josto), e con l’alleanza dei cartaginesi, si ribellarono ai romani. Alla fine i sardi vennero sconfitti dalle truppe di Manlio Torquato, che comandava due legioni composte da 22mila fanti e 1200 cavalieri. Josto, il figlio di Amsicora morì in battaglia e, lo stesso “Dux sardorum”, sconvolto per la morte del figlio, si suicidò. La vicenda è così narrata da Tito Livio, in una pagina di “Ab urbe condita”, ed è stata approfondita da Attilio Mastino e Raimondo Zucca nel corso della conferenza “Amsicora e Hostus nel Bellum Sardum”, tenutasi in occasione dell’inaugurazione della mostra. Dopo i saluti istituzionali del sindaco Roberto Marras e dell’assessore al Patrimonio storico Manuel Mainetti, e gli interventi dei due esperti di storia romana, è stato Giovanni Romano, presidente di “Sardinia Romana” ed ideatore e curatore dell’esposizione, a condurre il numeroso pubblico presente dentro le atmosfere del periodo romano. Raccontando delle sue diverse esperienze in merito alla puntuale ricostruzione storica dei luoghi, dei manufatti, della vita quotidiana dei romani, Romano ha ricordato, le emozioni provate in occasione della rievocazione della battaglia del Trasimeno del 217 a.C., combattuta tra l'esercito romano guidato dal Console Gaio Flaminio Nepote, e quello cartaginese al cui comando era Annibale Barca. «Accampati nei luoghi veri in cui si svolse quella battaglia – racconta Romano – si sentiva nell’aria e si potevano cogliere le vibrazioni di quel lontano 217 aC». Lo stesso Romano ha poi condotto gli ospiti nella visita guidata alla mostra, che ha i suoi pezzi forti nel plastico 1 a 10 del campo di battaglia fra i sardo-punici e i romani, e nella sala dedicata alle armi e alle armature dei due eserciti. Quello romano con le diverse fogge e i diversi armamenti a seconda del ruolo ricoperto dal milite, e quello sardo-punico, dove l’attenzione veniva catturata soprattutto dal mitico “sardo pellito”. La mostra resterà aperta fino al 20 settembre. Per informazioni 351/8306665.

Mario Bonu

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