La Nuova Sardegna

Sassari

Via dal mare 500 tonnellate di carbone

di Gavino Masia
Via dal mare 500 tonnellate di carbone

Conclusa la bonifica dei fondali davanti alla banchina Ep. Appeddu: «Il materiale recuperato verrà smaltito in discarica»

23 giugno 2021
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PORTO TORRES. L’operazione di rimozione di cinquecento tonnellate di carbone che giacevano nel fondale della banchina in concessione alla società Ep – proprietaria della termocentrale di Fiume Santo – termina questa mattina. Il materiale fossile era caduto in mare, a partire dal 2003, durante le attività di carico e scarico dalle navi carboniere alla banchina del porto industriale. Allora mancava infatti una normativa di sicurezza ambientale adeguata a questo tipo di attività.

Nel 2017 però, dopo ispezioni subacquee è stata scoperta l’ingente quantità di carbone, a quanto pare dovuta alla dispersione del materiale proprio durante le fasi di scarico delle navi carboniere. Da quel momento la società Ep ha informato la Capitaneria di porto che, parallelamente ad ulteriori attività di indagine, ha promosso una serie di tavoli di confronto coinvolgendo la società terminalista e tutti gli enti preposti. Ovvero l’Arpa Sardegna, l’Ispra, il ministero dell’Ambiente, la Provincia di Sassari, il Comune di Porto Torres e la Regione.

Si è partiti con uno studio sulla pericolosità del prodotto e le sue interazioni con l’ecosistema marino. Il passo successivo riguardava tempistiche e modalità di intervento per rimuovere l’ingente quantitativo di carbone depositato sul fondo del mare. La rimozione vera e propria è iniziata a maggio 2020 con il supporto della società Lithos, che materialmente ha eseguito le operazioni nonostante le difficoltà dovute all’emergenza sanitaria. La seconda e terza fase di rimozione sono state ultimate nei mesi di ottobre 2020 e tra maggio e giugno 2021. La bonifica è stata effettuata sotto la supervisione dalla Guardia Costiera, che ha monitorato i lavori prevedendo presidi di contenimento per evitare ulteriori dispersioni di prodotto e l’installazione di sonde multiparametriche in grado di monitorare costantemente i valori marini.

Alle ultime rimozioni hanno assistito ieri mattina il comandante della Capitaneria di porto, Gianluca Oliveti, in qualità di supervisore e il direttore della centrale di Fiume Santo, Paolo Appeddu. «Il recupero del carbone è stato fatto riempiendo dei sacchi dal fondale marino – ha spiegato Appeddu –, i cosiddetti big bags, come fossero degli aspirapolvere: gli stessi sacchi vengono poi caricati e chiusi e, una volta raggiunto il numero sufficiente, vengono salpati con la gru sulla banchina e depositati negli scarrabili. Il carbone prelevato dai fondali è stato classificato come rifiuto e dovrà essere smaltito nella discarica consortile». Al termine delle operazioni ha mostrato soddisfazione anche il comandante dell’Autorità marittima: «Dopo tre anni di lavoro – ha detto il capitano di Fregata –, il carbone dal fondo del mare è completamente sparito. L’operazione è stata possibile grazie alla piena condivisione degli obiettivi da parte della società Ep Fiume Santo, che ha costantemente assicurato una collaborazione di primo piano sotto ogni aspetto».

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