La Nuova Sardegna

Sassari

«Il centro rinascerà con la cultura»

di Roberto Sanna
«Il centro rinascerà con la cultura»

Presentati dall’assessore Nicola Lucchi i nove progetti selezionati per cambiare volto alla città

28 giugno 2021
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SASSARI. Il Living Lab comincia a camminare e prova a mettere le gambe al centro storico: cultura, innovazione, comunicazione, tecnologia si intrecciano in un programma di rigenerazione urbana che nella fase di progettazione ha coinvolto la città a diversi livelli ed è adesso arrivato al momento clou, quello nel quale si cercherà di dare concretezza a questo percorso preliminare. I progetti selezionati sono stati presentati ufficialmente nei giorni scorsi dall’assessore alle Attività produttive Nicola Lucchi, in un incontro al quale erano presenti Debora Greco e Patrizia Saroglia della Fondazione Giacomo Brodolini, i partecipanti al percorso, che hanno illustrato le proprie idee per il quartiere, e gli stakeholder locali che hanno apportato il loro contributo in diverse fasi del progetto. A moderare la giornata è stato Graziano Di Paola, direttore della Primaidea Srl.

L’assessore Lucchi ha voluto ripercorre il percorso di questo progetto, sul quale ha ribadito di voler puntare molto «perché la cultura è la chiave giusta per rigenerare il centro storico – ha detto –. Il cammino non è stato semplice, mi ricordo che all’insediamento della giunta mi sono ritrovato tra le mani questo Living Lab che era ancora a livello embrionale ma mi ha colpito e ho cercato subito di dargli gambe. Ho voluto prima di tutto coinvolgere le associazioni culturali e la classe imprenditoriale, perché a entrambe attribuisco molte responsabilità della crisi della nostra città. Sassari deve anche rimettersi in gioco e uscire da un modo di fare che la vede specchiarsi nella bellezza del suo passato, non è più come prima. L’inizio del percorso è stato bello, ricordo le sale dove si svolgevano le riunioni brulicare di gente, grazie al Living Lab abbiamo rianimato Palazzo Ducale. Poi è arrivato il covid e non nego che sia diventato tutto più difficile, ma adesso siamo arrivato al momento di cominciare sul serio. E la mia idea è che il Living Lab possa diventare un laboratorio permanente».

Certamente si tratta di un progetto innovativo perché si parla quasi di entità astratte in continuo divenire, che, come è stato sottolineato nel corso della riunione, sono cominciate in un modo e sono poi diventate qualcos’altro. E molto dipenderà sia da quello che sapranno mettere in campo gli ideatori dei progetti sia da quella che sarà la risposta della gente perché non stiamo parlando di aziende che vendono beni e servizi.

Sono stati nove i progetti selezionati all’interno di un percorso degli investimenti territoriali integrati (lo strumento a supporto dell’attuazione dell’Agenda Urbana Ue 2014-2020), dedicati al “ricentramento” della città murata. E declinati in un articolato percorso in quattro fasi: mappatura dei bisogni, creazione di partnership tra pubblico, enti del terzo settore e privati, “call to Action” con la selezione delle idee più innovative e di impatto. E infine, appunto, i Living lab che si sono rivelati, pur con le difficoltà inaspettate della pandemia, un processo di sperimentazione “aperto” che ha coinvolto i cittadini, l’amministrazione comunale, l’Università e le imprese.

Tante le forze che verranno messe in campo, spesso con una matrice diversa ma tutti intrecciati tra loro anche indirettamente: teatro dialettale (con un festival che trasformerà il centro storico in un palcoscenico permanente) e internet delle cose, app e spazi di coworking, marketing internazionale e artigianato, arte, cultura, storia.

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