La Nuova Sardegna

Sassari

Senza industria non c’è sviluppo

di Gavino Masia
Senza industria non c’è sviluppo

Il messaggio dal convegno della Fiom per i 120 anni. Versalis e Matrìca: «Noi non abbandoniamo»

30 giugno 2021
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PORTO TORRES. Ci voleva il convegno organizzato ieri dalla Fiom-Cgil nella sala conferenze Filippo Canu in occasione dell’anniversario dei 120 anni di nascita del sindacato dei metalmeccanici per esprimere a più voci l’esigenza di unire le forze politiche e sociali sulla riqualificazione dell’area industriale di Porto Torres. Un incontro-dibattito dal titolo “Il rilancio del petrolchimico, tra la transizione energetica e lo sciopero degli appalti”, moderato dal capocronista della Nuova Sardegna Gianni Bazzoni, che ha fornito elementi interessanti e ha lanciato messaggi alle istituzioni territoriali e regionali.

La Fiom è stata fondata nel primo congresso di Livorno, dal 16 al 18 giugno 1901, e nel 1906 a Milano fu la stessa organizzazione dei metalmeccanici a fondare la Confederazione generale italiana del lavoro, oggi Cgil. Date storiche che il segretario generale della Fiom di Sassari, Gavino Doppiu, ha voluto ricordare nella sua relazione di apertura: «L’intento è quello di confrontarci in modo trasparente e serio – ha detto –, a viso aperto e senza alcuna presunzione, ma con la consapevolezza di avere un punto di vista sui temi dell’industria, dello sviluppo sostenibile e delle infrastrutture: sullo sviluppo complessivo del Nord Sardegna, insomma, ma anche rispettosi di chi la pensa in modo diverso».

Un intervento - quello del segretario Fiom – con diversi passaggi riguardo l’energia e gli investimenti concreti sulle rinnovabili, ma anche la difesa seria e convinta della chimica in Sardegna: «Difenderla dalle incoerenze di Eni, che deve confermare e mantenere gli impegni sottoscritti e confermare gli investimenti che vanno nella direzione della produzione di prodotti ambientalmente sostenibili».

L’impegno della multinazionale sull’area industriale di Porto Torres è stato poi confermato da Vincenzo Maida, dell’azienda Versalis, che ha ricordato come il dialogo con le organizzazioni sindacali non si sia mai interrotto in questi mesi di pandemia: «Versalis e Matrìca hanno investito notevoli risorse su Porto Torres, anche attraverso la fermata, ed è la prova tangibile che noi ci siamo e vogliamo continuare ad esserci, per consentire il pieno sviluppo delle aziende e il benessere dei lavoratori».

Il sindaco Massimo Mulas ha parlato delle incongruenze nelle scelte industriali fatte nel passato su questo territorio. «La politica dovrebbe appassionarsi di più alle tematiche industriali – e insieme a tutti gli altri attori della società civile bisogna fare fronte comune per poter agire da protagonisti nello sviluppo del Nord Ovest Sardegna. Dobbiamo concentrarci tutti su un unico tema, sul settore energetico per esempio, per trovare quella soluzione condivisa che coniughi sviluppo e occupazione. Magari cominciando a ragionare sull’idrogeno verde».

In apertura di convegno il saluto del presidente del consiglio regionale, Michele Pais, e nel proseguo del dibattito l’appassionato intervento del segretario generale della Camera del lavoro di Sassari, con delega all’industria, Massimiliano Muretti e del segretario regionale Fiom Roberto Forresu. Numerosi gli interventi (dei consiglieri regionali Antonello Peri, Antonio Piu e Desirè Manca, del presidente del Consorzio industriale Valerio Scanu). Le conclusioni sono state affidate a Gianni Venturi della segreteria nazionale della Fiom, che ha ricordato la mancanza di politiche industriali in Italia da almeno 20 anni. Ma in questo periodo di transizione era importante confrontarsi, con l’auspicio di vedersi più spesso tra politica e parti sociali. Per stimolare la crescita e attrarre gli investimenti, per salvaguardare le imprese esistenti e garantire, ai giovani, prospettive migliori.

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