La Nuova Sardegna

Sassari

Commissario al lavoro alla Divina Provvidenza

Commissario al lavoro alla Divina Provvidenza

Pino Ortu incontrerà i lavoratori e l’assessora Zedda convoca i sindacati della Funzione pubblica

02 luglio 2021
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SASSARI. Il commissario nominato dalla Regione è già al lavoro alla Casa “Divina Provvidenza”. A Pino Ortu, dirigente Aspal dell’Ufficio di collocamento di Castelsardo, nonché ex assessore provinciale sardista nella prima giunta Giudici, non mancano quindi le competenze su un tema spinoso che dovrà affrontare, e cioè quello del salvataggio dei posti di lavoro e della stessa casa di riposo.

Attualmente sono 47 i dipendenti che il disciolto consiglio di amministrazione della Fondazione onlus voleva ridurre di 25 unità per avviare un piano di risanamento finanziario, aprendo una procedura di licenziamento collettivo. Il commissario ha già convocato il personale per un primo incontro nel quale comunicherà quali saranno i suoi prossimi passi.

Intanto per il 6 luglio l’assessore al Lavoro Alessandra Zedda ha convocato i segretari territoriali di Cgil, Cisl e Uil della Funzione pubblica, Paolo Dettori, Armando Ruzzetto e Augusto Ogana che alla vicepresidente della giunta regionale avevano chiesto un incontro urgente in seguito al commissariamento e ai licenziamenti per esubero di personale annunciati dagli amministratori della casa di riposo. I sindacati confederali sono preoccupati dei risvolti sociali e per la tenuta dei livelli occupazionali. «È necessario analizzare con la Regione e con l’assessora Zedda e il commissario Ortu tutte le possibili soluzioni per tenere aperta la casa di riposo, un’istituzione storica, e salvaguardare i posti di lavoro». Ma anche evitare un ulteriore tracollo dei livelli assistenziali in un territorio già fin troppo provato». Anche la Csa, all’indomani del commissariamento, aveva richiesto un incontro alla Regione.

Sui “cronici” pesa una grave situazione debitoria. Il personale da ottobre non riceve regolarmente lo stipendio, ma acconti sull’arretrato. Diversi dipendenti hanno avviato cause di lavoro per licenziamenti annullati dai giudici, ma anche di recupero dei crediti vantati nei confronti della Fondazione. Sotto la precedente gestione un gruppo di lavoratori aveva ottenuto il pignoramento dei conti bancari e delle quote che l’Ats corrisponde per assistenza fornita ad anziani non autosufficienti e malati psichiatrici. Poi ad aprile una nuova raffica di pignoramenti avviati da dipendenti sulle rette degli ospiti. Che, se non si troveranno soluzioni opportune, rischiano di essere le principali vittime della vicenda.

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