a tula il libro di porcheddu
Lingua latina comune, un grande falso storico
TULA. Sarà presentato oggi sabato 3 luglio alle 21 negli spazi aperti dell’anfiteatro in corso Repubblica a Tula il saggio “Il più grande falso storico di tutti i tempi: la lingua latina comune” di...
03 luglio 2021
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TULA. Sarà presentato oggi sabato 3 luglio alle 21 negli spazi aperti dell’anfiteatro in corso Repubblica a Tula il saggio “Il più grande falso storico di tutti i tempi: la lingua latina comune” di Bartolomeo Bèrtulu Porcheddu, evento promosso con la collaborazione della biblioteca e del Comune di Tula.
Nel saggio l’autore, docente e studioso di lingua, espone la sua tesi secondo la quale la lingua latina non era «il risultato di una evoluzione naturale del linguaggio parlato nel Lazio antico dai Romani, diffusosi dopo nel resto dell’Europa occidentale, ma l’esito di una lingua costruita a tavolino subito dopo l’occupazione militare da parte dell’esercito romano dei territori». Tra queste anche la Sardegna, e per questo Porcheddu sostiene che «la scoperta di un falso storico millenario potrebbe farci sorridere, come una di quelle grandi rapine epocali svelata ai posteri, se non fossimo stati noi Sardi i diretti interessati e danneggiati». Una tesi che egli illustra in 330 pagine, distribuite in 33 capitoli, 873 note a piè di pagina e decine di foto, tabelle e cartine. Dialogherà con l’autore il poeta e scrittore Francesco (Franco) Masia. (b.m.)
Nel saggio l’autore, docente e studioso di lingua, espone la sua tesi secondo la quale la lingua latina non era «il risultato di una evoluzione naturale del linguaggio parlato nel Lazio antico dai Romani, diffusosi dopo nel resto dell’Europa occidentale, ma l’esito di una lingua costruita a tavolino subito dopo l’occupazione militare da parte dell’esercito romano dei territori». Tra queste anche la Sardegna, e per questo Porcheddu sostiene che «la scoperta di un falso storico millenario potrebbe farci sorridere, come una di quelle grandi rapine epocali svelata ai posteri, se non fossimo stati noi Sardi i diretti interessati e danneggiati». Una tesi che egli illustra in 330 pagine, distribuite in 33 capitoli, 873 note a piè di pagina e decine di foto, tabelle e cartine. Dialogherà con l’autore il poeta e scrittore Francesco (Franco) Masia. (b.m.)