La Nuova Sardegna

Sassari

«Salute mentale cenerentola della sanità»

«Salute mentale cenerentola della sanità»

Cgil e Cisl della Funzione pubblica chiedono un tavolo alla Regione: «Il caso GeNa è l’ennesimo, servono più risorse»

04 luglio 2021
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SASSARI. «Sulla riabilitazione e assistenza ai malati psichici e autistici, cenerentola della sanità, la Regione faccia la sua parte, convocando un tavolo per condividere iniziative a sostegno del settore, dei pazienti e degli operatori» . Continua a suscitare prese di posizione e interventi il caso dei sei pazienti con disturbi dello spettro autistico trasferiti dalla GeNa alle strutture Ats di Rizzeddu e di un altro ragazzo con gli stessi disturbi che non è stato dimesso per l’opposizione del padre.

Questa volta stigmatizzano l’accaduto le segreterie di Cgil e Cisl della Funzione pubblica. «Oltre a condividere e sostenere le giuste e sacrosante proteste dei familiari dei pazienti, vogliamo sottolineare come il settore della riabilitazione nel suo complesso, ma soprattutto la salute mentale, da anni è stato oggetto di tagli e ridimensionamenti dei budget, soprattutto nel Nord Ovest e a vantaggio delle altre aree della Sardegna». I sindacati dicono di aver chiesto «già dai primi mesi di quest’anno un tavolo congiunto con assessorato regionale alla Sanità e datori di lavoro, rappresentando le difficoltà legate alle scarse risorse destinate a questa tipologia di strutture, ma a tutt’oggi non abbiamo ricevuto nessuna risposta. E anche di recente, in occasione della conferenza territoriale sociosanitaria svoltasi ad Alghero, alla presenza dei rappresentanti della politica regionale, delle amministrazioni comunali e del Commissario straordinario dell’Ats, Massimo Temussi, abbiamo denunciato la grave ed inaccettabile condizione in cui versa l’assistenza alle persone con disturbi mentali: una sorta di “cenerentola della sanità”».

I segretari territoriali di Fp Cgil, Antonio Canalis, e di Cisl Fp Antonio Monni, ricordano che il “caso GeNa” è solo l’ultimo di una lunga serie, poiché e senza andare troppo lontano, anche i pazienti delle strutture del Dipartimento di salute mentale di Rizzeddu, gestite da una cooperativa, sono stati oggetto di trasferimento in altri centri, come ad esempio in Ogliastra.

«Non entriamo nel merito delle valutazioni terapeutiche e di appropriatezza delle cure, ma va detto che sul sistema occorre intervenire complessivamente in termini di programmazione e valutazione dei veri bisogni, aumentando i posti letto e le cure domiciliari attraverso una congrua destinazione di risorse, che permettano di andare incontro ai bisogni di salute che attualmente non vengono garantiti» dicono Canalis e Monni segnalando anche la condizione nella quale gli operatori del settore sono costretti ad operare: il contratto collettivo di lavoro è scaduto da oltre dieci anni, ma poi rinnovato da oltre un anno non è mai stato mai applicato a causa delle difficoltà gestionali ed economiche dell’Ats. «Un’inadempienza – concludono Cgil e Cisl della Funzione pubblica – che la Regione deve con urgenza risolvere». (r.cro.)

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