Sì al dormitorio comunale permanente
Approvata la mozione presentata da Sassu (M5s): un aiuto per chi ha bisogno
04 luglio 2021
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PORTO TORRES
Il consiglio comunale ha detto sì alla presenza di un dormitorio comunale permanente in città quale presidio essenziale per le persone con problematiche abitative. La richiesta era inserita in una mozione presentata dal capogruppo del M5S, Sebastiano Sassu, che chiedeva al sindaco e alla giunta di individuare e destinare un immobile comunale a dormitorio permanente per le persone che vivono disagio abitativo. «Valutando l’affidamento dell’immobile in gestione alle associazioni di volontariato – dice Sassu - che si rendano disponibili a garantire il servizio, utilizzando naturalmente tutti gli strumenti che la trasparenza amministrativa impone». Fino a maggio 2020 sul territorio era attivo un servizio di riparo notturno, affidato dal Comune all’associazione Mirade onlus e finanziato con i fondi del progetto “Né di fame né di freddo”. Il servizio era durato 12 mesi e non aveva trovato continuità a causa della mancanza di fondi. «Le persone in difficoltà non hanno più un punto di riferimento – aggiunge Sassu -, un serio problema sociale». (g.m.) .
Il consiglio comunale ha detto sì alla presenza di un dormitorio comunale permanente in città quale presidio essenziale per le persone con problematiche abitative. La richiesta era inserita in una mozione presentata dal capogruppo del M5S, Sebastiano Sassu, che chiedeva al sindaco e alla giunta di individuare e destinare un immobile comunale a dormitorio permanente per le persone che vivono disagio abitativo. «Valutando l’affidamento dell’immobile in gestione alle associazioni di volontariato – dice Sassu - che si rendano disponibili a garantire il servizio, utilizzando naturalmente tutti gli strumenti che la trasparenza amministrativa impone». Fino a maggio 2020 sul territorio era attivo un servizio di riparo notturno, affidato dal Comune all’associazione Mirade onlus e finanziato con i fondi del progetto “Né di fame né di freddo”. Il servizio era durato 12 mesi e non aveva trovato continuità a causa della mancanza di fondi. «Le persone in difficoltà non hanno più un punto di riferimento – aggiunge Sassu -, un serio problema sociale». (g.m.) .