La Nuova Sardegna

Sassari

Un piano per salvare la Basilica

di Gavino Masia
Un piano per salvare la Basilica

La chiesa dell’XI secolo continua a perdere pezzi: servono interventi urgenti prima che sia troppo tardi 

25 luglio 2021
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PORTO TORRES. Tutta l’area monumentale attorno alla basilica di San Gavino continua a presentare strutture decadenti che attendono da troppi anni di essere riqualificate. Il degrado più importante riguarda comunque la millenaria chiesa romanica che – pur non avendo problemi di stabilità, come appurato dai tecnici - vive una situazione molto complicata. Ed è interessata da importanti problemi di erosione, alveolizzazione e attacchi biologici, che stanno provocando la disgregazione degli elementi lapidei. Una situazione grave che non può continuare a essere ignorata. Le criticità sono a conoscenza dell’ufficio dei Beni culturali della diocesi, della Soprintendenza e dell’amministrazione comunale. E diversi mesi fa è stato consegnato alla Regione un progetto di riqualificazione sulla Basilica, che comporta interventi quantificabili in 2 milioni di euro, da allora - purtroppo - solo silenzi.

«In questo momento la Curia non è in possesso di alcuna scheda o domanda di contributo riguardante la basilica di San Gavino – precisa il direttore dell’ufficio per i Beni culturali della diocesi, monsignor Giancarlo Zichi – e in ogni caso siamo a conoscenza dei problemi strutturali della chiesa: per cercare di trovare una soluzione positiva è necessario però mettersi d’accordo con certe istituzioni, ovvero il Comune di Porto Torres, per sviluppare determinati progetti. Bisogna unire le forze insomma – aggiunge – e convocare una conferenza di servizi com’è stato fatto tante altre volte a Porto Torres: il Comune si deve dare una mossa e andare alla Regione per manifestare l’esigenza di restaurare il monumento». Monsignor Zichi ricorda che per monitorare la Basilica ci sono stati diversi sopralluoghi di ingegneri e architetti che hanno attestato le problematiche strutturali, ma per poter trovare i finanziamenti necessari indica anche un’altra strada. «É possibile attivare un programma di finanziamento attraverso la Cei – spiega -, che potrebbe finanziare il 70 per cento degli interventi. Il restante 30 per cento è però di competenza del Comune di Porto Torres o di altro ente pubblico». Preoccupazione per lo stato strutturale della Basilica la esprime anche il presidente del Centro studi San Gavino, Giuseppe Piras, autore in questi decenni di numerose pubblicazioni scientifiche sulla chiesa e promotore, assieme all'ex parroco don Mario Tanca, di molte segnalazioni riguardanti il monumento. «Purtroppo la forte escursione termica determinata dall'aumento delle temperature - spiega – sta causando costanti distacchi di materiale lapideo dai conci: questo fenomeno pare aver subito una evidente accelerazione nel corso degli anni e lo si può constatare mettendo a confronto la documentazione fotografica risalente ad appena due decenni orsono con la condizione attuale». C’è poi l'erosione della superficie calcarea del paramento esterno della Basilica che sta causando un progressivo deterioramento degli elementi decorativi. «In particolare quelli dei portali – avverte Piras -, mettendo a rischio la conservazione dei graffiti e delle marche lapidarie risalenti a varie epoche. Sarebbe auspicabile una nuova conferenza di servizi tra gli enti preposti alla tutela del monumento, che possono contribuire alla redazione di una scheda progetto, affinché si possa fare il punto della situazione e chiedere un finanziamento per il restauro e il consolidamento della struttura"". E il Centro studi, da parte sua, offre la massima disponibilità alla collaborazione e il materiale prodotto in questi anni per il progetto “Laser scanner 3D”, compreso il modello tridimensionale della Basilica.

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